Vittorio Emanuele, Gucciardi e Faraone domani in visita Assessore: «Riorganizzare vigilanza per gestire ingressi»

Il pestaggio del medico Rosario Puleo al pronto soccorso del Vittorio Emanuele, favorito da alcuni soggetti interni all’ospedale, ha provocato diverse reazioni a livello politico e istituzionale. Se, da un lato, sindacati e Ordine dei medici chiedono più sicurezza e l’istituzione di un posto di polizia, dall’altro la questura e la prefettura non hanno ancora assunto una posizione definitiva, limitandosi a garantire più controlli e maggiore attenzione. Arriva inoltre l’annuncio che, domani pomeriggio, il presidio di via Plebiscito verrà visitato dall’assessore regionale Baldo Gucciardi e dal neo-sottosegretario alla Salute Davide Faraone, per affrontare i principali problemi legati alla sicurezza nei reparti d’urgenza.

«Ci sono state troppe aggressioni agli operatori sanitari, il nostro è un segnale di vicinanza e di solidarietà – spiega Gucciardi a MeridioNews – stiamo lavorando con i direttori generali per garantire maggiore sicurezza ai nostri medici e ai nostri infermieri». Un gesto che però, come tiene a specificare l’assessore, «non sarà soltanto simbolico». «Abbiamo chiesto al direttore generale Paolo Cantaro di ripensare all’organizzazione delle aziende di vigilanza in modo da poter gestire meglio gli ingressi all’interno della struttura». Una richiesta che si aggiunge a un lavoro più generale, portato avanti da alcuni mesi, con il quale la politica regionale e i vertici delle diverse realtà ospedaliere del territorio stanno pensando a intensificare controlli e sistemi di vigilanza. «Il progetto che stiamo portando avanti con le forze dell’ordine ha già dato i suoi frutti – continua il titolare della Sanità – ritengo infatti che i casi si siano ridotti, tuttavia questo brutto episodio riporta a galla la questione».

Durante l’incontro di domani pomeriggio verranno inoltre illustrati i risultati della riorganizzazione dei pronto soccorso prevista all’interno di un documento redatto dall’assessorato e già esposto durante una conferenza dei direttori generali nei primi giorni di gennaio. «L’altro ieri abbiamo comunicato ai direttori generali il progetto di ripensamento dei reparti d’urgenza – ha aggiunto Gucciardi – per il quale abbiamo previsto un obiettivo specifico con un sistema di premialità e sanzioni in caso di mancato adeguamento». L’idea dell’assessore è quella di istituire dei «percorsi di innovazione che porteranno a un abbattimento delle attese».

Un progetto che però secondo i sindacati non è sufficiente per porre fine alle problematiche che, allo stato attuale, affligono il personale. «Non basta caro assessore, – replica Pietro Pata, segretario regionale di Anaao Assomed – aver assegnato il miglioramento dell’attività dei Pronto Soccorso delle aziende ed enti del servizio regionale. Ridurre i tempi di attesa in poltrona o in barella – si legge ancora in una nota – presuppone una politica seria che parte dal territorio (autentico deserto), passa per l’attivazione delle osservazioni brevi con personale adeguato e incide fortemente sugli anomali accessi alla ospedalizzazione attraverso liste multiple (vedi inchieste giudiziarie in molte aziende ospedaliere dell’Isola)». L’occasione – data la presenza di Davide Faraone – sarà utile, secondo la sigla, anche per evidendenziare «i gravi danni provocati dai ritardi nell’applicazione della Rete ospedaliera regionale». Alcuni medici intanto hanno inscenato oggi una protesta, mettendo sulle proprie scrivanie il cartello «Non picchiatemi, sono solo un medico».

A queste posizioni si aggiunge la decisione dell’Ordine dei medici di Catania di costituirsi parte civile in tutti i processi scaturiti da violenza nei confronti degli operatori sanitari. «Tale dura presa di posizione – scrive l’ente in un comunicato – onora il nostro Ordine professionale sempre a difesa del prestigio e rispettabilità di tutti gli iscritti nonché, a maggior ragione, a difesa della incolumità degli operatori sanitari sul posto di lavoro e nell’esercizio delle funzioni sanitarie preposte alla garanzia della salute pubblica della collettività».

Mattia S. Gangi

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