Ciccio Aiello e Giovanni Moscato sono indagati per scambio elettorale politico mafioso. I due candidati che domenica prossima si giocheranno il ballottaggio per diventare sindaco di Vittoria sarebbero stati citati da due collaboratori di giustizia, come anticipato dal quotidiano online Sudpress. La Procura di Catania indaga in totale su nove persone, tra cui altri politici. Al centro del lavoro degli inquirenti ci sarebbero sia le precedenti elezioni amministrative del 2011 del Comune ragusano sia quelle in corso.
Gli altri indagati sono il sindaco uscente Giuseppe Nicosia e il fratello Fabio; Maurizio Di Stefano e Raffaele Di Pietro, i cosiddetti guardia spalle dell’ex primo cittadino; la candidata sindaca del Pd Lisa Pisani e il candidato consigliere delle sue liste Raffaele Giunta; il candidato consigliere Cesare Campailla (nelle liste di Moscato), primo dei non eletti nel caso di vittoria dello stesso Moscato.
A condurre le indagini sono la sostituta procuratrice Valentina Sincero e il procuratore aggiunto Amedeo Bertone, appena nominato procuratore capo a Caltanissetta. Oggi la Guardia di finanza ha perquisito diversi comitati elettorali, non solo quelli di Moscato e Aiello. Fonti della Procura etnea confermano che sono stati portati via documenti che contribuiranno a verificare le dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.
«Sono di una tranquillità estrema – commenta Aiello a MeridioNews – sono stato io a buttare fuori tutti i sospetti, ho fatto l’intera campagna elettorale denunciando. È incredibile ritrovarsi indagato con gente che ho denunciato e contro cui ho perso cause di diffamazione, ma l’avviso di garanzia mi protegge anche se mi nausea riceverlo insieme a queste persone, e a tre giorni dal voto, è strano anche se è un tipico agire della magistratura». Aiello afferma di aver già chiesto, tramite il suo avvocato, di essere ascoltato dai pubblici ministeri di Catania. «Quando vogliono sono disponibile in qualsiasi momento». La Finanza avrebbe portato via dalla sede elettorale di Aiello anche i registri dei finanziamenti.
Nega, invece, di aver ancora ricevuto alcun avviso di garanzia Moscato. Dall’entourage del candidato sindaco spiegano che «è stato recapitato solo un decreto di perquisizione» e confermano che oggi «c’è stato un sequestro, ma solo dell’elenco dei rappresentanti di lista, alcuni volantini e poco altro». Interviene anche il sindaco uscente Nicosia con un comunicato in cui conferma di aver ricevuto l’avviso di garanzia. «La cosa mi lascia basito e addolorato – afferma il primo cittadino – pur nella assoluta certezza che si tratti di calunnie che, al vaglio della magistratura, nella quale ripongo piena fiducia, non potranno che rivelarsi come tali, e non potranno che scontrarsi con l’ultraventennale attività professionale da me svolta in favore delle vittime della criminalità, nonché con le decine di azioni giudiziarie intentate contro esponenti dei clan mafiosi, dai quali è naturale aspettarsi vendette, anche attraverso false accuse».
Nicosia precisa che si tratta di accuse «riportate dal quotidiano Repubblica in un articolo del 2008 e già attenzionate ed ampiamente chiarite e superate dalla magistratura», e rivendica l’attività svolta da sindaco della città: «Assieme agli uffici che mi hanno collaborato, sono stato in questi dieci anni un argine di legalità, e ho rappresentato l’ente in ogni sede, penale e civile, contro i clan della città». Quindi Nicosia guarda anche agli altri indagati: «Il coinvolgimento di altri soggetti, comunque impegnati nell’agone politico, e che sento di ritenere anch’essi – anche quelli più distanti dalla mia posizione politica – vittime di un’ingiustificata e infondata accusa infamante, mi fa temere un generalizzato e indiscriminato attacco all’immagine e al futuro della città».
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