Vitalizi, i Cinque Stelle presentano la proposta di tagli «Spesa dimezzata da 17 a otto milioni, stop privilegi»

Da Roma a Palermo, il Movimento 5 Stelle punta contro i vitalizi agli ex deputati regionali. Anche all’Ars, i pentastellati in salsa sicula annunciano una bozza di delibera per l’abolizione dell’indennità che viene concessa a chi è stato seduto sugli scranni di Sala d’Ercole.

Un «privilegio» che va abolito perché contribuisce a costruire «vitalizi e pensioni che non hanno le caratteristiche di un trattamento previdenziale a cui accedono i normali cittadini – ha detto la capogruppo Valentina Zafarana -, e che innescano pesanti differenze tra chi diventa deputato, che dovrebbe essere a servizio del popolo, e la gente che non è adeguatamente rappresentata».

Fino al 2012 l’Ars ha pagato i suoi ex deputati (e i parenti nel caso di morte degli onorevoli, grazie agli assegni di reversibilità) col sistema retributivo. Grazie alle novità introdotte sei anni fa, al momento esistono tre tipi di pensioni: la categoria degli assegni vitalizi diretti, maturati prima del 1 gennaio 2012 con il sistema retributivo; la categoria delle pensioni dirette pro-rata, maturate a metà, in parte con il sistema retributivo e in parte con l’attuale sistema contributivo; la categoria delle pensioni dirette, interamente maturate con l’attuale sistema contributivo.

La bozza di provvedimento, che interessa oltre 300 ex deputati e loro eredi, è già stata depositata in segreteria generale e passerà adesso all’esame del consiglio di presidenza all’Ars. Secondo i dati riportati dai 5 stelle, i vitalizi peserebbero sui conti pubblici per oltre 17 milioni di euro l’anno, cioè 1 milione 362mila euro al mese, così ripartiti: 761mila 189 euro per i vitalizi di 158 ex deputati e 588mila 708 euro per gli assegni di reversibilità erogati ogni mese per il coniuge e/o affini di 129 ex parlamentari deceduti. Altri 165mila euro vengono erogati mensilmente dal Parlamento siciliano ad altri 30 ex deputati regionali col sistema di calcolo pro rata, ai quali si aggiungono gli assegni di reversibilità di altri tre ex deputati non più in vita per un totale di 9mila 788 euro. Infine, altri 2.832 euro vengono spesi per le pensioni dirette erogate ad altri quattro ex parlamentari regionali con il sistema contributivo.

Se il provvedimento ricevesse l’ok dell’ufficio di presidenza dell’Ars, spiegano dal gruppo pentastellato, la spesa passerebbe da 17 milioni a 8-9 milioni, cioè verrebbe dimezzata. «Si introducono dei coefficienti per il ricalcolo degli assegni vitalizi, utilizzando il sistema contributivo – ha spiegato Giancarlo Cancelleri – Per evitare storture poi, vengono introdotti due tetti, un minimo e massimo. Il limite minimo consente ai parlamentari di non percepire meno di 660 euro netti, quello massimo, invece, di non prendere più di quanto hanno già. E considerata la specialità della Sicilia anche in tema di vitalizi, dove non esistono documenti prima del 1980 – ha aggiunto – persino i familiari del primo presidente della Regione continuano a percepirlo. La differenza con la proposta della Camera è che continuiamo a prevedere la reversibilità solo per il coniuge e nella misura del 60 per cento».

«Fino ad oggi – ha aggiunto Zafarana – per via della posizione dura ed efficace della casta non siamo riusciti ad abbattere i vitalizi, oggi in un contesto nazionale di governo giallo-verde è cambiata qualcosa. A livello regionale e nazionale da questo tesoretto, incastrato nelle mani di pochi privilegiati, possiamo ottenere risorse da investire per la comunità».

Poi la stilettata al primo inquilino di Sala d’Ercole, Gianfranco Micciché, che nei giorni scorsi si è reso protagonista dello scontro sui vitalizi, esprimendosi a favore del mantenimento: «Poverino – dice ancora Zafarana – ci dispiace che sia contrario per paura di restare senza un tetto quando finirà questa legislatura, ma al presidente dell’Ars diciamo che se questa norma non verrà votata sarà una responsabilità grave, nessun comizio, nessuna parola di alcun politico avrà più valore».

Sul sondaggio lanciato ieri dalla pagina Facebook, che ha visto la posizione dei 5 Stelle ferma a poco più del 30 per cento, i deputati rilanciano: «Abbiamo fatto un sondaggio in strada, tra la gente che lavora, e i risultati sono sono stati diversi, la gente è con noi. Il sondaggio online è stato “trollato”, producendo un risultato falsato».

Miriam Di Peri

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