Violenze all’Experia, la procura cambia linea

La Procura cambia idea, almeno parzialmente, sulle violenze commesse da alcuni agenti di polizia nello sgombero dell’Experia. Nell’udienza camerale di venerdì il Pm si è detto d’accordo con l’acquisizione dei video che documentano quanto è accaduto il 30 ottobre 2009, per procedere all’identificazione di questi agenti. Una scelta adottata dal procuratore aggiunto Carmelo Zuccaro che ha deciso di «discostarsi» dalla linea seguita fino a quel momento dalle indagini. Il procuratore distrettuale Enzo Serpotta e il procuratore aggiunto Giuseppe Toscano, infatti, avevano chiesto l’archiviazione delle accuse, sia perché i poliziotti non erano identificabili, sia perché l’intervento della polizia sarebbe consistito in un «uso contenuto e di brevissima durata di sfollagenti», giustificato dal comportamento dei manifestanti.

Un cambiamento di linea, quello della Procura, che è arrivato a sorpresa nel corso dell’udienza, dopo l’intervento dell’avvocato Goffredo D’Antona che difende gli autori della denuncia. Un intervento accalorato, a tratti duro, in cui il legale ha dichiarato di «provare vergogna nei confronti dell’operato di alcuni agenti di polizia». Il giudice per le indagini preliminari Alfredo Gari dovrà adesso esaminare i filmati presenti su youtube e quelli trasmessi dall’emittente televisiva Telecolor.

A far partire l’indagine erano state una querela presentata dall’avvocato Marco Rapisarda, colpito alla testa durante le operazioni di sgombero, e una più ampia denuncia presentata da Pierpaolo Montalto e Luca Cangemi, rispettivamente segretario provinciale e regionale di Rifondazione Comunista, da Valerio Marletta, consigliere provinciale dello stesso partito, e da Calogero Fasciana, segretario della FLC-CGIL di Catania.

L’acquisizione dei filmati che documentano le modalità dello sgombero costituiva uno degli obiettivi dell’avvocato D’Antona, che si era opposto alla richiesta di archiviazione della Procura. Il legale aveva chiesto di acquisire anche i filmati realizzati dalla polizia, nonché foto e video realizzati da giornalisti e manifestanti. Il legale si è detto «soddisfatto» dell’andamento dell’udienza e «fiducioso» per l’esito, precisando che «il giudice ha ritenuto sufficiente utilizzare i filmati di Youtube e Telecolor. Ma, allo stato attuale, è importante rilevare che cade l’ipotesi di un uso legittimo della forza».

Quello di venerdì è l’ultimo episodio di una vicenda processuale piuttosto travagliata. La denuncia per le modalità con cui era stato eseguito lo sgombero era stata inizialmente iscritta a modello 45, ovvero tra i “fatti che non costituiscono reato”. Poi il fascicolo, nel gennaio del 2010, era stato trasferito a modello 44, e i fatti erano stati classificati come “lesione aggravata in concorso, allo stato a carico di ignoti”. Nel dicembre scorso era stata depositata la richiesta di archiviazione. A questa era seguita l’opposizione dei denuncianti che, dopo l’udienza rinviata dell’8 aprile, sono finalmente giunti all’udienza camerale con questo, inatteso, cambio di linea della Procura.

Adesso la decisione spetta al Gip, che probabilmente sceglierà tra due strade: o chiedere alla Procura di continuare le indagini, per identificare gli agenti autori delle violenze; oppure disporre l’archiviazione, ma specificando che essa avviene solo perché è impossibile identificare i responsabili delle violenze. In ogni caso, sembra cadere la linea sostenuta fino a venerdì dalla Procura, secondo cui i comportamenti degli agenti erano stati del tutto legittimi. Il giudice depositerà in cancelleria il provvedimento entro pochi giorni.

Leandro Perrotta

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