Ha toccato anche la Sicilia, con la tappa ai Mercati Generali di Catania (dopo quella a Palermo), il Tour di Violante Placido a supporto del suo debutto discografico “Don’t Be Shy”. Quanti, della cinquantina di spettatori, fossero sotto il palco dei Mercati per la musica fresca di Viola, e quanti per la bellezza, la fama e la presenza in almeno due film di matrice generazionale-pop (“Jack Frusciante è uscito dal gruppo”, “Che ne sarà di noi”) di Violante non è dato sapere. Ma a guardar bene i volti stralunati del pubblico, l’attenzione intermittente e incassato qualche coretto da stadio, sembra proprio che sarà dura, per lei, essere attesa esclusivamente per la sua musica e non per gli “scatti” e le riprese che l’hanno resa famosa.
Viola, sul palco con un look country, è accompagnata da una squadra di 5 elementi. Ma è lei la regina e lo si capisce anche dalla luce rossa che la inquadra per tutto il concerto (oscurando – è proprio il termine adatto – il resto della band). Nelle prime battute la cantante pare tradire il titolo del suo stesso disco (“Don’t be Shy”) che invita a non farsi beffare dalla timidezza. Lei pare, invece, un po’ impacciata lassù, si capisce che il palco è una “casa” in cui ha traslocato da poco. Ma come tutti gli esordienti, si butta e tutto sommato fa anche bene. La scaletta è ovviamente limitata ai pezzi che compongono il suo unico disco. Il rock sagomato di Viola è fresco, traspira emozione da tutti i pori, ma pecca in intensità e, appariremo ingenerosi, in sostanza. E’ tutto molto sentito e risentito, è pout-porri di passaggi musicali dell’immaginario rock presi un po’ qua e un po’ là. Non c’entra nulla la sterile considerazione che la Placido viene dal mondo del cinema e “che t’aspetti da un’attrice?!?”. No, se c’è talento, c’è e basta: insomma l’esibizione è stata piacevole, ma senza alcun picco d’espressione. E’ mancato lo slancio, il guizzo e la capacità vocali di Viola sono state del tutto appiattite da qualche episodio eccessivamente disimpegnato. Al singolo “Still I”, suonato in apertura e in chiusura, la cantante ha alternato un po’ tutta la tracklist del disco più l’inedita “Frost” e le cover di “Confusione” di Battisti e di “Serve the Servants” dei Nirvana (in una dolceamara versione pop). Se dal punto di vista strettamente “sonoro” sembra esserci ancora molto da lavorare, da quello “scenico” Violante è campionessa di charm. La timidezza iniziale si tramuta in una totale presa di possesso del palco. Tolte le scarpe e tolto il cappello, ora la Placido danza sul legno, si muove lentamente a piedi nudi e lancia sorrisi al pubblico.
Poco altro da aggiungere. Il tempo per Violante Placido per trasformare quest’avvenutura musicale da un “gioco” a un “intuizione” c’è. Nel frattempo qualcuno l’aspetterà, qualcun altro no.
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