A tredici anni da un concorso pubblico vinto, 97 assistenti tecnici restauratori, selezionati dalla Regione Sicilia, attendono ancora di essere assunti. La paradossale storia ha inizio il 29 marzo 2000, quando l’assessorato per i Beni culturali e ambientali pubblica un bando per la selezione del personale mediante titoli. Si presentano in diecimila, ma per i 97 selezionati ha inizio un’attesa che, solo in questi giorni, sembra volgersi in positivo. Dopo anni di battaglie, fatte di petizioni cartacee e online, sit-in, eventi culturali, denunce sui quotidiani e persino tre interrogazioni in aula da parte di esponenti politici di opposte fazioni (Movimento 5 stelle, Partito democratico e Popolo delle libertà), lo scorso 29 maggio la commissione cultura dell’Assemblea regionale siciliana ha ricevuto una delegazione di questi aspiranti lavoratori regionali. Con i primi segnali positivi dall’assessorato competente.
«Dai rappresentanti dell’assessorato ai Beni culturali ci è stato detto che la nostra situazione deve essere risolta, anche perché c’è una forte carenza di organico. Ma noi, finché tutto non si risolverà definitivamente, non cantiamo vittoria», racconta Clara Di Blasi, specializzata nel restauro di libri antichi. «Dopo tredici anni siamo esasperati. Abbiamo provato per anni a farci ricevere, abbiamo parlato con decine di dirigenti e funzionari. Adesso, forse anche per merito del Movimento 5 stelle, in Regione sembra che sia più facile accedere, anche solo per esporre i propri problemi», racconta la restauratrice, che ricostruisce l’iter di questa lunghissima vicenda. «Abbiamo atteso per la graduatoria definitiva fino al 2011, dopo che quella provvisoria era uscita nel 2005. Ma ci siamo riusciti solo con un ricorso al Tribunale amministrativo, e il Tar ha nominato un commissario per stilarla», racconta la vincitrice del concorso. La sua assunzione, insieme a quelle degli altri 96 colleghi e nonostante la graduatoria definitiva, è stata però bloccata per via di una legge regionale, la numero 25 del 2008, che impedisce alle amministrazioni regionali di assumere personale. «La legge è uscita otto anni dopo il concorso, e non dovrebbe valere per noi. Che spesso, per lavoro, ci siamo ritrovati a dover restaurare il patrimonio della Regione», spiega Di Blasi, che attualmente è dipendente di un laboratorio privato di restauro del libro.
«Assurda la situazione: non si assumono 97 vincitori di concorso mentre la Regione normalmente esternalizza questi servizi», commenta la deputata regionale Gianina Ciancio del Movimento 5 stelle, componente della commissione Cultura dell’Ars. «Mentre c’è personale come gli Asu, lavoratori socialmente utili, che non viene impiegato, si spendono più soldi per affidare a ditte esterne i servizi di pulizia e custodia che per i restauri: solo centomila euro in bilancio per il restauro del patrimonio librario», continua Ciancio. Soluzioni? «L’unica via sembra quella legislativa, con il governo regionale che, con un disegno di legge, potrebbe aggirare l’ostacolo della norma che blocca le assunzioni. Si è anche in tempo per inserire il provvedimento in bilancio», conclude la deputata pentastellata.
Dall’assessorato regionale ai Beni culturali, intanto, non si sbilanciano. «I lavoratori sono stati ricevuti più volte, e nei loro confronti c’è disponibilità ad accogliere le loro richieste e anche un atteggiamento propositivo», fanno sapere dalla segreteria dell’assessore, la professoressa Maria Rita Sgarlata. Altre notizie, sull’esito della vicenda, si sapranno però «nel corso di queste settimane, oltre alle esigenze dei beni culturali ci sono aspetti di varia natura da considerare. Il tema è comunque all’ordine del giorno dell’assessore». Nel frattempo per i lavoratori in attesa, riunitisi in comitato, un primo segnale di apertura da parte dell’assessorato arriva tramite la promessa di un nuovo incontro in assessorato, e l’organizzazione di un evento culturale. «Si chiama restauratori a lavoro nei musei, per mostrare praticamente come si lavora ai cittadini. Si svolgerà al museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa il 16 giugno», spiega Andrea Patti, marito di una delle vincitrici del concorso e attivissimo nel comitato. La dimostrazione sarà effettuata dalle 10 alle 14 anche giorno 23 allo Spazio Il Funduk ad Agrigento, all’interno della Palazzina Cinese di Palermo, al museo archeologico regionale di Camarina, alla Quadreria di Girolamini di Napoli. «Stiamo cercando di organizzare una giornata di sensibilizzazione anche al museo archeologico nazionale di Atene: siamo in attesa di conferme», conclude Patti.
[Foto di Lamirlet]
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