Il compito, nonostante qualche sbavatura, è stato svolto nel modo giusto e consegnato con puntualità. Il target specificato sulla traccia dell’esame a cui doveva essere sottoposto il Palermo era: «Vincere per aggiudicarsi intanto il terzo posto in caso di playoff e mettere pressione al Lecce in chiave promozione diretta in vista dell’ultima giornata». E lo studente, che ha lavorato con impegno, ha fatto ciò che doveva. Aggiudicandosi (con il punteggio di 2-1) la gara esterna contro l’Ascoli i rosanero si sono portati a -1 dal Lecce e sono ancora in corsa per la promozione diretta. Traguardo che sembrava ormai definitivamente sfumato e che invece potrà essere raggiunto in extremis a seconda delle combinazioni del risultato del match casalingo con il Cittadella con quello dei salentini impegnati tra le mura amiche contro uno Spezia in piena zona playoff.
Prima di fare calcoli, in ogni caso, era fondamentale conquistare al Del Duca l’intera posta in palio e la missione è stata compiuta. All’elaborato, nonostante la presenza di alcuni errori (recidiva la formazione di Delio Rossi nel momento in cui permette all’avversario di ristabilire la parità dopo essere passata in vantaggio), va dato un voto alto perché, al di là del successo, è giusto valorizzare alcune qualità del candidato che si è presentato all’esame. Sostenere una buona prova in un contesto poco funzionale alle esigenze di chi cerca serenità e massima concentrazione non era scontato e invece i rosa hanno stupito in senso positivo. Focalizzare l’attenzione solo sul campo isolandosi da condizionamenti esterni – tra svolta sul fronte societario e spettro di una penalizzazione in relazione al deferimento del club per irregolarità gestionali – è un segnale di forza da parte di un gruppo che, al di là di limiti e di lacune difficilmente eliminabili, sa comunque affrontare i momenti delicati dimostrando impermeabilità e resistenza alle variabili extracalcistiche. È in termini di carattere un segnale incoraggiante da parte di un gruppo che, a prescindere da ciò che avviene fuori, va avanti per la propria strada dando sempre il massimo fino alla fine per provare a centrare l’obiettivo prefissato.
Ecco il motivo per cui, al netto delle solite defaillance sintetizzate sul terreno di gioco da alcune imperfezioni in fase difensiva e dalla poca lucidità di diversi interpreti (su tutti Trajkovski, partito per la prima volta titolare alle dipendenze di Rossi) nella rifinitura dell’ultimo passaggio, il compito presentato dal candidato rosanero merita dei riconoscimenti. L’elaborato presenta i requisiti richiesti dalla circostanza (vincere e continuare a sperare) e ha validi contenuti. Pur avendo giocato sotto ritmo in alcuni frangenti, al cospetto di un Ascoli tranquillo a quota 43 punti ma intenzionato a riscattare la sconfitta con il Brescia e a chiudere in bellezza il campionato davanti al pubblico di casa il Palermo ha confermato in linea generale i progressi evidenziati a tratti nelle due precedenti partite contro Livorno e Spezia segnando per la terza volta consecutiva due gol (le marcature, tutte nella ripresa e intervallate da un acuto di Addae, in questo caso portano la firma di Moreo e di Haas, autore all’86’ grazie ad una intuizione di Jajalo della prima rete da quando gioca in Italia e con la maglia rosanero) e mantenendo nell’arco dei 90 minuti un alto indice di pericolosità.
La squadra, priva oggi di Nestorovski bloccato alla vigilia da un affaticamento muscolare, sbaglia (soprattutto nella lettura di determinati momenti del match) e sbaglierà ancora ma è viva e sa ciò che vuole. E facendo leva sul brillante momento di forma di alcune individualità (in primis Moreo anche se l’attaccante, che prima del tap-in del momentaneo 1-0 aveva fallito altre tre occasioni da rete nel corso della gara, è stato ammonito e salterà per squalifica la sfida con il Cittadella) può rendere ancora più efficace il proprio piano d’azione.
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