«Per fortuna il nostro è un clima che consente di stare anche d’inverno all’aria aperta, ma di certo i nostri bambini continuano a soffrire la mancanza di spazi verdi in città». A distanza di quasi due mesi dalla chiusura di Villa Malfitano – l’ottocentesca villa con ingresso in via Dante, un parco grande otto ettari e voluto da Giuseppe Whitaker – Annalisa Monteleone preferisce puntare sull’ottimismo. La sua battaglia per chiedere la riapertura del giardino, come mamma e come donna, continua. Oltre mille le firme alla petizione online, che va avanti, mentre è stata protocollata e inoltrata al Comune anche la versione cartacea. Al momento però la situazione resta immutata, e i cancelli sono ancora chiusi ai cittadini per la mancanza di operai che dovrebbero garantirne la manutenzione.
«Circa tre settimane fa l’assessore al Verde Sergio Marino – spiega Annalisa – ci ha contattati per tranquillizzarci, dicendo che il Comune si sarebbe occupato della vicenda, avviando le trattative con la fondazione Whitaker che gestisce gli spazi. Ci siamo messi ad aspettare, e vogliamo essere fiduciosi sapendo che è tra gli impegni della loro agenda». Anche il Consiglio comunale, su proposta della consigliera Concetta Amella (M5s), ha deciso di occuparsi della vicenda. Il 21 novembre la terza commissione ha incontrato a Villa Malfitano la direttrice della fondazione, Maria Enza Carollo, per capire le ragioni della chiusura. Fino ad agosto a occuparsi della pulizia del giardino erano alcuni operai Reset, che a settembre sono stati richiamati dall’azienda partecipata e destinati ad altro incarico. A questo punto la fondazione ha deciso di chiudere al pubblico la villa, pur consentendone la visita per il mese di ottobre; ma solo la domenica e attraverso l’iniziativa Le Vie Dei Tesori.
«C’è una convenzione tra il Comune e la fondazione che scadrebbe ad aprile 2018, dunque è ancora valida – spiega Amella – in cui tra le altre cose l’amministrazione si impegna a garantire una potatura mensile. I fondi della Regione sono poi diminuiti drasticamente, il problema dunque non è solo comunale. È chiaro che la fondazione non può essere lasciata alla mercé di se stessa. Ma la questione fondamentale è che la cura del verde in città non è una priorità. Basti pensare che città come Milano e Torino dedicano circa 30 milioni di euro in questo settore, e Palermo poco più di due milioni».
La consigliera pentastellata ha presentato inoltre un’interrogazione sul tema, mentre le speranze sono riposte nella riunione che si terrà il 30 novembre: in audizione alla terza commissione consiliare saranno l’assessore Marino, il presidente Reset Antonio Perniciaro, il capo area del verde e della vivibilità urbana Domenico Musacchia, il presidente della fondazione Whitaker Paolo Matthiae. «Il parco è bellissimo e la situazione è complessa – aggiunge Paolo Caracausi, presidente della terza commissione -. Confidiamo nella disponibilità di tutti. Dopo la chiusura del Parco Cassarà, fu lo stesso sindaco Orlando a convogliare le aspettative dei cittadini della zona sul villa Malfitano. Si potrebbero fare tante cose: ad esempio pensiamo alla realizzazione di un parco giochi, oppure ai vigili urbani a cavallo».
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