«Ero andato apposta per prendere i biglietti, ma i cancelli erano chiusi e non c’era traccia di comunicazioni o avvisi». È il racconto di uno dei tanti sfortunati che oggi pomeriggio si è recato a Villa Filippina per partecipare alla prima attesissima edizione dello Zyz Music Festival, la rassegna urbana internazionale di musica indie-rock-electro, inserita nel calendario di Palermo Capitale della Cultura. Evento che sarebbe dovuto partire già questo pomeriggio e che fino a domani sera avrebbe dovuto offrire la musica di dodici band italiane ed europee. Ma così non è stato. E ad accogliere i tanti che, ignari della situazione, si sono comunque recati nella villa di piazza San Francesco di Paola, c’erano solo alcuni addetti alla security, che si sono trincerati dietro fantomatici «problemi burocratici», invitando la gente ad avere pazienza: «Forse più tardi», ripetono a tutti. Ma di fatto la situazione non sembra essersi ancora sbloccata.
Il Festival «non potrà svolgersi in quanto privo di alcune delle autorizzazioni di legge», fa sapere intanto il Comune, con una nota diramata nel primo pomeriggio. «Si fa presente che gli organizzatori hanno fornito con grave ritardo le necessarie richieste e documentazioni – si legge – impedendo agli organi istituzionali preposti una attenta valutazione, soprattutto per quanto attiene alla sicurezza pubblica e degli spettatori». Ma proprio a sentire gli organizzatori che si sono occupati dell’allestimento della rassegna, la vicenda sembra assumere contorni diversi: «Noi abbiamo presentato tutta la documentazione necessaria. Ieri è arrivata la Commissione di vigilanza, che di norma arriva sempre a ridosso dell’evento, e ci ha dato il via libera, rilasciandoci un nulla osta per poter fare tutto», racconta Martina Matranga dell’associazione Creative Factory. È con questi documenti che lei e i colleghi si recano quindi in questura, dove gli viene detto di inviare tutto tramite una semplice pec. «Oggi alle 13 sono arrivati due funzionari della questura che ci hanno consegnato una diffida a poter procedere con la rassegna – continua la ragazza -. Ci hanno detto che i tempi erano troppo stretti per organizzare la gestione della sicurezza».
Martina in persona allora, documenti alla mano, ritorna in questura per chiedere spiegazioni. Soprattutto rispetto al poco – per non dire inesistente – preavviso con cui si faceva saltare la due giorni di Festival. «Mi hanno detto che non c’era nessuno, né un funzionario né un delegato. Nessuno che potesse ricevermi. Ma non mi sono arresa, e mi sono perciò diretta al Comune per sperare di poter parlare col sindaco e chiedere a lui di intercedere e sbloccare la situazione». Ma anche qui non c’è nessuno che la accoglie. «Ho provato con chiunque, con la gente che incontravo, con consiglieri comunali, altri contatti che avevo io, ma niente. Fino a quando il segretario del sindaco non mi ha ribadito che il Comune non può fare nulla in queste situazioni perché la competenza è della questura e non possono scavalcarla. Mi hanno totalmente abbandonata tutti, lasciandomi sola e negandomi la possibilità di trovare, attraverso un’interlocuzione, una soluzione per non buttare al vento tutto il lavoro dietro questo evento, oltre ai tanti soldi messi in campo, a tutta la gente che si è attivata, ai biglietti già venduti e ai cantanti già in città».
«Un danno d’immagine enorme per la città», dice ancora Martina Matranga, che intanto sta continuando a farsi in quattro per salvare il salvabile. Ad esempio, spostando il Festival e trovando una location dell’ultimo minuto in cui spostarsi e con le autorizzazioni già approvate e in regola. «Non si è voluta trovare una soluzione – insiste -. Non si trattava neppure di un evento di serie B, e non sarebbe stato accettabile ugualmente, ma della prima rassegna di musica indie-rock indipendente in città, con artisti anche internazionali. Insomma, stiamo proponendo qualcosa di importante per Palermo. Siamo ignorati totalmente, nessuno mi sta venendo incontro e non capisco perché. Solo poco tempo fa in una situazione similesi è trovata una soluzione nel giro di pochissime ore, perché adesso non è stato possibile?»
Intanto, l’associazione Urania che gestisce Villa Filippina prende le distanze dall’accaduto, diramando a sua volta una nota in cui chiarisce «di essere assolutamente stranea ai motivi che hanno portato la questura a non concedere i permessi alla Creative Factory. Le aree esterne della villa – si legge più avanti -, che avrebbero ospitato l’evento sia oggi che domani, sono state dichiarate, a fronte di un’attenta e minuziosa verifica fatta dalla Commissione comunale di vigilanza per il pubblico spettacolo riunitasi ieri mattina venerdì 15 giugno, agibile e a norma con tutti i documenti necessari, stabiliti dai termini di legge, per quanto riguarda la sicurezza pubblica richiesta per i giorni del Festival». Confermando, di fatto quanto raccontato anche dall’organizzatrice Matranga. Adesso, non resta che avvisare tutti gli artisti che avrebbero dovuto esibirsi in questi due giorni a Palermo e sperare in una soluzione dell’ultimo minuto per salvare la rassegna.
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