Ufficialmente non ha ancora un nome il senzatetto morto martedì notte alla villa Bellini. Incerte restano pure le cause dell’incendio che si è sviluppato nel locale di servizio del giardino pubblico dove pare che l’uomo avesse trovato rifugio per trascorrere la notte. Né vigili del fuoco né polizia, secondo quanto si apprende in queste ore, sono in possesso di novità utili a chiarire l’esatta dinamica.
«È morto un clochard, almeno una candela accendiamola», scrive l’avvocato penalista Goffredo D’Antona in un messaggio, pubblicato sulla bacheca Facebook della pagina avvocati liberi, con l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza a mobilitarsi per una commemorazione. La proposta è «accendere una candela nel punto dove è morto, per lui e per i mille senza nome e senza volto delle nostre città». L’appuntamento è stato indetto per venerdì sera alle ore 20 davanti alla fontana con l’orologio, che si trova all’interno del parco cittadino accedendo da via Etnea.
«Non aveva un nome non aveva un viso. Ha il nome ed il viso degli invisibili. Di quelli che non vediamo, neanche quando li incrociamo» continua la riflessione dell’avvocato catanese, «finire sulla strada, non per scelta, è un crimine contro l’umanità. È la distruzione di un universo, che è la dignità di ogni persona».
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