Scatta oggi in Sicilia lo sciopero della vigilanza privata. Possibili disagi agli sportelli bancomat ma a risentirne potrebbero essere anche i pensionati poiché, proprio nei primi giorni del mese, vengono erogati i pagamenti. La manifestazione, promossa dai sindacati regionali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, guidati da Monja Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto, interesserà l’intero turno lavorativo nelle giornate di oggi e domani, e coinvolgerà i lavoratori impiegati nei servizi pubblici essenziali. Saranno esclusi soltanto i dipendenti delle imprese di vigilanza e controllo che operano negli aeroporti.
La protesta ha origini lontane: dal 2015, infatti, si attende ancora il rinnovo del contratto che solo a Palermo interessa oltre cinquemila addetti del settore, numero che raddoppia nell’Isola (diecimila). I lavoratori che incroceranno le braccia in tutto il territorio regionale si sono dati appuntamento questa mattina con un sit-in davanti ai locali della prefettura di Palermo, dalle 9 alle 13. Ad alzare il livello dello scontro negli ultimi mesi, le condizioni di lavoro estremamente «precarie e senza garanzie» senza alcuna speranza di miglioramento.
«Rinnovare un contratto – afferma Marianna Flauto – non vuol dire necessariamente peggiorare le condizioni e le tutele degli addetti al settore della sicurezza, che già vivono una condizione lavorativa difficile e molto rischiosa». Le organizzazioni dei lavoratori, infatti, denunciano da tempo condizioni di lavoro insostenibili, con la richiesta da parte dei datori di lavoro di orari super flessibili e di avere mano libera sui contratti a tempo determinato e altre garanzie essenziali previsti dal precedente accordo sottoscritto.
«I lavoratori sono senza contratto, senza incremento salariale e le parti datoriali continuano a formulare proposte che non possono esser accettate – ribadisce Flauto -. Una su tutte la proposta che introdurrebbe la cancellazione dei primi tre giorni di malattia proprio in un settore dove i lavoratori sono a rischio, con servizi all’aperto e in orari notturni in qualsiasi periodo dell’anno. Inoltre, prevedono un’estrema liberalizzazione dei contratti a tempo determinato e del part time, proposte che non possiamo accettare. Abbiamo fatto già due scioperi a livello nazionale, ma le posizioni rimangono rigide, ed è per questo che stiamo protestando».
L’obiettivo è sollecitare un intervento delle istituzioni con un tavolo specifico al ministero. «Abbiamo chiesto un tavolo perché il problema della sicurezza riguarda il Paese – prosegue – purtroppo registriamo la totale assenza delle istituzioni, anche sul tema del mancato rispetto della clausola sociale nei cambi di appalto pubblici, spesso aggiudicati al massimo ribasso. Su questo abbiamo sensibilizzato le istituzioni e siamo in attesa di un incontro che possa aprire un tavolo di confronto per mettere un punto sulle regole e sull’applicazione delle stesse» conclude.
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