«Dovremmo completare tutto entro la prossima primavera». A mettere il nodo al fazzoletto per le case popolari al numero 16 di viale Moncada, nel quartiere periferico di Librino, è il responsabile unico del procedimento Filippo Maccarrone. «Un po’ di ritardo si è accumulato – ammette il geometra del Comune di Catania che ha avuto lo stesso ruolo anche nei lavori delle palazzine di carta, al civico 12 dello stesso viale – ma è stato per il blocco dovuto alla pandemia del nuovo coronavirus». Due edifici con tre piani, ognuno dei quali con quattro appartamenti, per un totale di 24 case da destinare a persone in emergenza abitativa. I due anni (730 giorni, per la precisione) previsti come limite massimo della durata dei lavori dalla data di consegna del cantiere, in effetti, sono passati da un po’.
Il progetto, dal valore di 2,5 milioni di euro, prevede che la struttura portante sia fatta di mattoni in terracotta rifiniti con l’intonaco; i vari appartamenti – tutti tra i 63 e 71 metri quadrati – dovrebbero essere composti da una zona giorno con cucina abitabile e affaccio sulla terrazza; le porte d’ingresso laccate in legno, mentre quelle interne rifinite in laminato plastico colorato. Sul tetto dovrebbero essere posizionati dei pannelli fotovoltaici e, inoltre, è prevista anche la realizzazione di una zona verde. «Tutto è rimasto esattamente com’era nelle intenzioni del progetto – assicura il rup – Al momento, una delle due palazzine è già completa, mentre l’altra è da completare: restano da fare l’impiantistica, le finiture, gli intonaci, le mattonelle e la pavimentazione».
Nell’attesa che gli alloggi siano effettivamente pronti – e nella speranza che non si ripresentino le stesse condizioni di quelli a quattro numeri civici di distanza – ad andare sul posto a controllare l’avanzamento dei lavori è stato Dario Gulisano, il responsabile delle Politiche abitative e del disagio abitativo per la Cgil di Catania. «A breve chiederemo un incontro all’amministrazione comunale per avere piena cognizione dello stato dell’arte di questi edifici e anche del palazzo di cemento».
Per la struttura al civico 3 di viale Moncada l’ultima deadline fissata dall’assessore all’Urbanistica e ai Lavori pubblici Enrico Trantino ha la data del 10 novembre, almeno per quanto riguarda i 96 alloggi da destinare ai nuclei familiari. Fuori dal finanziamento della ex Gescal (Gestione case per i lavoratori) sono rimasti i tre piani inferiori che avrebbero dovuto essere assegnati alle associazioni. «Per questi, al momento non esiste un progetto», aveva ammesso l’assessore. «Sollecitiamo l’amministrazione a intercettare dei finanziamenti perché il nostro timore – afferma Gulisano – è che i locali vengano vandalizzati quando le case ai piani superiori verranno assegnate. Non basta dare un’abitazione a chi è senza casa – conclude il responsabile Cgil – nel quartiere serve anche la presenza delle associazioni e delle istituzioni».
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