Viaggio nella Palermo che resta (o quasi) a casa Tra messaggi di speranza e abusivi senza regole

Chi si immaginava una Palermo che restava chiusa in casa dopo gli ultimi provvedimenti del governo nazionale probabilmente resterà deluso. Per le strade la gente c’è ancora. Non è tanta, in molti indossano la mascherina, qualcuno si copre il volto con la sciarpa, mentre c’è chi addirittura, quando incrocia una persona dall’altra parte del marciapiede, si porta la mano di fronte al naso. È il primo giorno con i bar chiusi, ma non solo, anche tutte quelle attività non ritenute di prima necessità hanno abbassato le saracinesche o comunque tengono le porte serrate per evitare la vendita al banco. E fu così che anche un negozio di fiori – giusto per citare una delle tante attività chiuse a metà – si è inventato la chiusura al pubblico, ma rimane disponibile per le consegne a domicilio. Stessa politica adottata da qualche esercizio della catena Ganci. Chiudono le librerie ma restano aperte le edicole, come anche i negozi che vendono cibo per animali, nessun bisogno di accalcarsi per accaparrare scorte per gli amici a quattro zampe, dunque. 

Ad affollare i marciapiedi ci pensano comunque le code di fronte ai supermercati, dove le persone attendono il proprio turno, spesso muniti di mascherina, rigorosamente ad almeno un metro e mezzo di distanza l’uno dall’altro. Poca psicosi, molta circospezione e un nemico comune: «Questi maleducati che facendo finta di niente saltano la fila», come spiega a più riprese una signora su via Dante. La preoccupazione più diffusa sembra essere l’apprensione sulla possibilità o meno che le forze dell’ordine chiedano l’autocertificazione alla gente che esce a piedi. 

Per ulteriore chiarimento, come ricordano le autorità: «Chiunque sia costretto a muoversi per motivi di lavoro, salute o necessità primarie deve provare tale necessità. In caso di controlli occorre pertanto compilare un’autodichiarazione che, come indicato sul sito del Governo, è in dotazione alle forze dell’ordine. Per facilitare e rendere più veloci i controlli, si invita comunque ad avere già copia della dichiarazione – che si può stampare da questo link -. Qualora non vi fosse la possibilità di stampare l’autocertificazione, si ricorda che le forze dell’ordine sono comunque tenute ad avere delle copie dei moduli».

Si continua a lavorare nei cantieri dell’anello ferroviario, con macchine attive anche in piazza Castelnuovo. Sulle saracinesche delle attività chiuse tanti i messaggi da parte dei negozianti, da chi annuncia la serrata arricchendo il proprio cartello con una foto del premier Giuseppe Conte, chi ancora scrive sulla vetrina «Andrà tutto bene, a presto», chi ancora rilancia l’hashtag #iorestoacasa. Chi a casa invece non ci resta, creando anche grossi problemi dal punto di vista della sicurezza, sono alcuni venditori abusivi, soprattutto palermitani. Capita ancora di trovare dei chioschi di frutta e verdura improvvisati per strada, dove non solo le norme di sicurezza imposte dal decreto sembrano non contare granché, ma in cui addirittura si creano assembramenti di persone che chiacchierano insieme in maniera conviviale e senza alcuna distanza di sicurezza. Un eccesso di normalità che potrebbe costare caro in tempi come questi. 

Gabriele Ruggieri

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