Un canale su Youtube e una pagina su Facebook per raccontare la Sicilia abbandonata. Castelli diventati ruderi, vecchie masserie abbandonate, antiche ville di pregio che oramai cadono a pezzi, borghi dimenticati, strutture rimaste scheletri. È seguendo la mappa di questi luoghi che il tempo e l’incuria hanno reso macabri e affascinanti, che il videomaker e fotografo ragusano Fabrizio Ruggieri riscopre e fa conoscere pezzi di un’Isola che non c’è più. Ma in cui sono rimaste tracce. «Questa particolare passione – ricorda a MeridioNews – me la porto dietro da quando ero piccolo e mi piaceva andare a visitare luoghi degradati e abbandonati per provare un brivido».
Dalla villa di Chiusa ad Avola alla Casa dei tre tocchi a Cassibile, dal sanatorio di Pizza Armenina alla Cunzirìa di Vizzini, dalla torre San Filippo tra Giarratana e Ragusa Ibla, fino all’hotel La Pineta di Chiaramonte Gulfi, a villa Schifitto tra Comiso e Pedalino e a Poggioreale Antica. «Ognuno di questi luoghi porta con sé leggende che si tramandano da generazioni – osserva Ruggieri – aneddoti, superstizioni che hanno dato vita a prassi condivise dalla popolazione locale. In alcuni poi – dice – sembrano aggirarsi anche strane presenze inquietanti». Luoghi, insomma, in cui la storia e la tradizione si mischiano con il folklore e il mistero.
Il progetto di Sicilia abbandonata nasce poco più di un anno fa «con una squadra con cui ho condiviso l’interesse per questi posti, la voglia di ricostruirne il racconto raccogliendo le testimonianze degli abitanti della zona e – aggiunge Ruggieri – il desiderio di valorizzarli e la speranza di sensibilizzare qualcuno che abbia voglia di investire per recuperarli e riqualificarli». Fabrizio è il cameramen e montatore video dei documentari, Rossella Papa – di Palazzolo Acreide – è la fotografa, il comisano Biagio Zenzaro si occupa delle riprese con il drone, Melania Scrofani ha il ruolo di narratrice. Della squadra fanno parte anche un’architetta, un’addetta ai back stage e due ragazze che «si definiscono sensitive», dice Ruggieri.
«Ci sono luoghi in cui si avverte un senso di disagio, altri in cui si possono vedere passare delle ombre da una parte all’altra della stanza. Gli episodi più strani, però, ci sono successi all’hotel La Pineta – riferisce il cameramen – Nei video e nelle foto abbiamo notato delle chiazze blu a forma di faccia che là, di presenza, non avevano visto. Altra circostanza misteriosa è che dopo avere fotografato una faccia di pietra nella discoteca – continua – tutte le altre foto venivano sfocate, finché non ci siamo sbarazzati di quello scatto». Luoghi silenziosi, tetri, che qualcuno definisce «horror», qualcun altro «maledetti». «A me – afferma, invece, Fabrizio – piace pensare che la parte paranormale possa essere effettiva e che possa anche suscitare piacere in quei luoghi».
Luoghi sospesi, lasciati in balia del tempo dove «si respira un’atmosfera sinistra, si è pervasi dall’adrenalina e si rimane suggestionati, qualche volta quasi spaventati», racconta Ruggieri. Narrazioni in cui la ricostruzione storica si intreccia con le leggende popolari contribuiscono a creare questa atmosfera. «La sensazione più forte – ricorda – l’ho avuta alla Casa dei tre tocchi a Cassibile (nel Siracusano, ndr) dove si racconta vivessero tre sorelle dal brutto aspetto sempre da sole e che, prima di morire disperate e in preda alla rabbia, lanciarono una maledizione: disgrazie per chiunque fosse passato davanti alla loro casa senza bussare tre volte alla porta». Ancora oggi, c’è l’usanza di suonare tre volte il clacson là davanti. «Per sicurezza – sorride – lo abbiamo fatto anche noi». Altro luogo cui Ruggieri è legato è villa Schiffitto a Comiso, nel Ragusano. «Qui si racconta la storia della bambina morta per andare a recuperare la palla caduta in un pozzo mentre giocava in cortile, un’altra versione però – riferisce – racconta che a ucciderla fu il padre impazzito».
I viaggi alla scoperta di ciò che resta di questi posti hanno portato già alla realizzazione di una dozzina di video che toccano gran parte dell’Isola: dal Messinese all’Ennese, poi il Trapanese, il Siracusano e il Ragusano. «Adesso stiamo lavorando a una puntata dedicata alla villa del Barone di Mascalucia, in provincia di Catania – anticipa Ruggieri – La nostra idea, è quella di continuare la ricerca della Sicilia abbandonata per provare a recuperarla».
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