Via libera della Regione a Oikos per altri dieci anni Sindaco: «Decreto scandaloso, continua la battaglia»

La Regione ha rilasciato una nuova autorizzazione ambientale integrata a Oikos per la discarica Valanghe d’Inverno, nel territorio di Motta Sant’Anastasia, a poche centinaia di metri anche dal centro abitato di Misterbianco. Un documento che consente all’azienda di operare in una delle maggiori discariche della Sicilia per altri dieci anni. «Un decreto scandaloso», ha commentato il sindaco misterbianchese Nino Di Guardo

Una vicenda che va avanti da anni. L’ente comunale, qualche mese fa, aveva avviato un ricorso al Tar nei confronti dell’inerzia dell’assessorato regionale all’Energia nel decidere proprio sul rinnovo dell’Aia che, invece, è arrivato lo scorso 9 agosto «con un’urgenza e un tempismo sospetti  lamenta il primo cittadino – I tecnici e i legali coinvolti dal Comune anche in questo atto hanno individuato palesi illegittimità e gravi errori nella ricostruzione dei fatti che verranno sottoposti all’attenzione dell’autorità inquirente e del giudice amministrativo perché – sottolinea – venga finalmente posto fine all’illecito che, da decenni, ammorba la vita dei cittadini». 

Già all’inizio dell’estate, però, il legale di Oikos Rocco Todero, contattato da questa testata in merito al procedimento per il rinnovo dell’Aia aveva dichiarato: «Riteniamo di avere tutti i requisiti necessari e aspettiamo che la Regione si pronunci nel merito». Adesso, il pronunciamento è arrivato e ha dato il via libera alle attività della discarica per un altro decennio. Lo scorso giugno, la situazione sembrava essersi ribaltata. Il Comune, infatti, aveva vinto il ricorso al Consiglio di giustizia amministrativa contro l’aziendaOikos aveva chiesto cinque milioni di euro per ogni semestre per il mancato conferimento dell’umido. «Sono certo – aggiunge adesso Di Guardo – che la sentenza del tribunale penale di Palermo metterà chiarezza sulla
illiceità dell’Aia del 2009 e che – continua –  il giudice amministrativo ne trarrà le conseguenze dichiarandone espressamente la nullità».

In pratica, nell’Aia rilasciata a Oikos nel 2009 erano previste una serie di prescrizioni tra cui il trattamento dei rifiuti urbani che «Oikos non avrebbe ottemperato» non avendo un impianto di biostabilizzazione. La discarica avrebbe continuato a operare per la situazione emergenziale e le ordinanze d’urgenza adottate dalla Regione. Come il provvedimento del dicembre 2016 con cui l’allora presidente Rosario Crocetta aveva disposto che, in attesa di «adeguare la discarica realizzando un impianto di tritovagliatura e di inertizzazione della frazione organica», questa dovesse essere conferita nell’impianto di smaltimento della Sicula Trasporti. In cambio, Oikos avrebbe ricevuto la stessa quantità di frazione secca. Insomma, quell’ordinanza non determinava la chiusura della discarica di Oikos – che, infatti, ha continuato a operare in deroga – ma che «avrebbe dovuto continuare a gestire la propria attività con la capacità di contenimento dei rifiuti originaria». 

Il provvedimento della Regione viene impugnato dal Comune che imputa a Oikos «gravissime irregolarità per l’inquinamento dell’ambiente circostante per tutelare la salute della collettività residente nel territorio». Alla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale, nel 2014, la Regione aveva opposto diniego. Nel frattempo, il patron dell’impresa Domenico Proto era stato coinvolto nell’inchiesta Terra mia che aveva scoperchiato un presunto giro di corruzione nella gestione dei rifiuti. La ditta, però, intanto impugna il diniego della Regione e, nel 2017, arriva la sentenza del Cga che lo annulla e chiede di riaprire il tavolo per la conferenza dei servizi. Dopo diversi incontri, tutti gli enti preposti danno parere sfavorevole per il rinnovo dell’Aia. La discarica però continua a operare senza un impianto per il trattamento meccanico biologico necessario per ridurre gli impatti negativi sull’ambiente

«La decadenza dell’Aia del 2009 – spiega il sindaco Di Guardo – comporterà l’automatica decadenza del vergognoso rinnovo di questi giorni.
Al momento l’unica nota positiva è che il nuovo provvedimento ha
carattere transitorio e non definitivo e
autorizza esclusivamente il conferimento in discarica della frazione secca degli Rsu». Questo significa che i 
rifiuti solidi
urbani
non potranno entrare in discarica senza essere pretrattati altrove. «La parte che potrà essere conferita nella discarica di
Valanghe d’Inverno
non potrà emettere cattivi odori e produrre percolato.
Era questo – conclude – uno dei punti della nostra battaglia per
l’integrità ambientale e la salute dei cittadini. La nostra lotta politica e giudiziaria continuerà sino alla chiusura e alla
bonifica del sito di Tiritì e di Valanghe d’Inverno».

Marta Silvestre

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