«Andare a quattro chilometri orari ti permette di vivere un percorso in maniera molto differente che a 60». Il senso della Magna Via Francigena, l’itinerario che si snoda da Palermo ad Agrigento tra trazzere e sentieri storici (in terra battuta e acciottolato), è nelle parole dell’archeologo Davide Comunale. Un itinerario che solca l’entroterra e affonda le proprie rotte nella Sicilia meno conosciuta, ripercorrendo le rotte dei pellegrini e incrociando la via di transumanza verso le Madonie nel territorio di Castronovo di Sicilia.
Un percorso da fare a piedi, destinato ai viandanti, e che comprende complessivamente otto tappe da 20-25 chilometri ciascuna: in tutto 160 chilometri per scoprire l’interno della Sicilia occidentale. Dopo il protocollo firmato a febbraio, nei giorni scorsi ad Agrigento è stato presentato l’itinerario. Si partirà a giugno dalla cattedrale di Palermo per incrociare il percorso con quella di Monreale, cercando di ritrovare le origini della storia normanna della Sicilia e delle influenze arabe e musulmane. Superata la Conca d’Oro ci si immergerà nelle valli che cingono Piana degli albanesi e Santa Cristina Gela. Un paesaggio particolarissimo, chiuso dal lago di Piana, al quale seguirà il tragitto verso Corleone. Si continuerà poi verso Prizzi, camminando a ridosso del parco dei Sicani, con un mondo un po’ più bizantino che punterà poi verso Castronovo. Si seguirà poi il fiume Platani, ricco di salgemma, fino ad Acquaviva e poi tutta una serie di piccoli Comuni dell’interno fino ad Agrigento.
Il progetto è promosso dal Comune di Castronovo di Sicilia e dal partenariato diffuso di 13 Comuni, dalla diocesi di Agrigento e con il supporto dall‘associazione Amici dei Cammini Francigeni di Sicilia. «C’è anche una rete di 28 associazioni – aggiunge Comunale, ideatore della Magna Via – e che cureranno tutti gli aspetti logistici: dall’accoglienza all’assistenza ai pellegrini, col cammino che sarà accessibile anche disabili. Non ci serviva fare un itinerario escursionistico, non ci piaceva inventare un percorso storico, questo ha uno studio di fattibilità dietro che ha riscoperto semplicemente qualcosa di esistente». Ma da dove nasce l’interesse per un percorso in parte sconosciuto e in parte attraversato esclusivamente in auto, come raccordo tra un posto e l’altro? «Tutti i soci che si occupano dell’organizzazione della Magna Via hanno percorso il Cammino di Santiago – spiega ancora Comunale -. Di certo c’è un’attenzione di ciascuno di noi verso il consumo critico, verso la lentezza delle cose. Sarà un viaggio in tre direttrici: tempo, spazio e spiritualità. Perchè camminare significa fare un percorso dentro di sé, una riscoperta del proprio io e di quello che ci circonda».
Il progetto gode del sostegno del ministero dei Beni e delle attività culturali e dell’assessorato regionale al Turismo, e punta alla valorizzazione della cultura degli itinerari di pellegrinaggio e cammino con il ripristino degli antichi percorsi di origine normanna, che attraversano la Sicilia. Come tutti i cammini francigeni di Sicilia (sono in tutto quattro) è un percorso aperto a tutti: turisti in cerca di emozioni, trekker che seguono un tracciato organizzato, sportivi, etnologi, collezionisti di pietre antiche, appassionati di chiese romaniche e chiunque voglia viaggiare a piedi.
«In fondo noi non abbiamo fatto altro che riprendere ciò che in Sicilia c’era – conclude l’archeologo -. La passione iniziale si è incrociata con gli studi sulla viabilità storica fino ai primi del 1900, quando la Regione ha costruito le strade che hanno in parte cancellato le trazzere. Abbiamo ripercorso i campi e aggiustato il tiro solo dove erano subentrate modifiche sostanziali del territorio».
A giugno si terrà un primo cammino inaugurale, preceduto da diverse anteprime promosse da guide ambientali escursionistiche che porteranno in giro camminatori e appassionati.
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