Via di Majo, 71enne cade per strada e si rompe un braccio Chiede danni al Comune ma nessuno prende la sua querela

Traumi alle ginocchia e a una spalla, e addirittura una delicata frattura scomposta all’omero sinistro che le causa un’invalidità permanente al braccio. È l’esito della rovinosa caduta per strada di G.N, 71enne palermitana. Che dopo un lungo iter di faticosa ripresa – tra ricovero, intervento d’urgenza e fisioterapia – ancora non terminato, l’anziana signora ha deciso di chiedere i danni al Comune di Palermo, rivolgendosi agli specialisti di Studio3A. Ma le brutte sorprese, per la donna, non sembrano essere ancora finite. L’incidente avviene l’1 febbraio scorso. Sono circa le 18 e il sole è già tramontato da qualche ora, intorno la strada è buia. La signora sta rincasando percorrendo a piedi via suor Maria Dolores Di Majo, in zona Uditore, quando inciampa a causa della strada dissestata e precipita a terra.

Soccorsa da alcuni passanti, che hanno visto tutta la scena, la 71enne in preda a forti dolori viene subito trasportata all’ospedale Villa Sofia-Cervello, dove constatano le sue condizioni. Viene subito sottoposta a un intervento di riduzione, con l’applicazione di una protesi inversa, e resta ricoverata per una settimana nel reparto di Ortopedia e Traumatologia. È lì che inizia il vero calvario, tra gesso e un arto ormai inservibile, ripetute visite di controllo, farmaci antidolorifici, sedute di fisioterapia per recuperare quanto più possibile della funzionalità originaria. La signora non si è ancora ripresa del tutto, ci vorrà del tempo, ma i medici le parlano da subito di una invalidità permanente non di poco conto. Oggi, dopo oltre un mese entrando e uscendo di continuo dall’ospedale, la signora, rispettando i termini di legge, ha tentato di sporgere formale querela. Solo che dopo aver girato per diverse zone della città, bussando alla porta di numerosi presidi delle forze dell’ordine, ha dovuto desistere.

«Le è stato inspiegabilmente negato questo diritto», spiega Studio3A. I carabinieri, dal canto loro, avrebbero obiettato alla 71enne che l’onere competeva alla polizia locale. Questa, invece, si sarebbe rifiutata di raccogliere la querela, lamentando di non essere stata chiamata al momento dell’incidente. «Quando accadono queste cose per prassi, per tutelarsi, si fa appunto una querela – spiegano dallo Studio3A -. Noi confidiamo che il Comune, invece di trascinare la vicenda in causa, si metta una mano sulla coscienza e risarcisca la signora trovando un accordo stragiudiziale, in modo da risparmiare tempo e darle una risposta subito senza dover arrivare a una causa. Se il Comune, però, non dovesse assumersi la responsabilità di quanto accaduto, è chiaro che verrà citato in causa ed emergerà che quella strada era in condizioni gravemente dissestate». 

L’anziana 71enne, infatti, non è l’unica a Palermo a incorrere in un incidente del genere, inciampando nelle crepe e nei dislivelli di strade il più delle volte trascurate. «È risaputo che l’amministrazione è sommersa di azioni civili sul genere che costano più di cinque milioni di euro l’anno in risarcimenti, dato che i giudici non possono che accogliere le domande – spiega ancora Studio3A -: nel 2019 l’avvocatura di Palazzo delle Aquile stimava in oltre un migliaio i contenziosi a forte rischio di soccombenza». Intanto, la querela sarà comunque presentata, ma direttamente alla Procura della Repubblica di Palermo dopo l’11 maggio, quando gli uffici giudiziari riapriranno al pubblico, e la 71enne denuncerà anche la circostanza di oggi, quella di non essere riuscita a trovare qualcuno che raccogliesse la sua querela. Studio3A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, ha già inviato al Comune di Palermo la richiesta delle coperture assicurative e dei danni

Silvia Buffa

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