«Accogliamo le preoccupazioni dei nostri custodi della sicurezza, che negano l’autorizzazione a questo sit-in in virtù di una direttiva ministeriale per il contenimento dei contagi da Covid, ma rimaniamo perplessi sulla scelta di indicare la via Crociferi come “specifica area urbana sensibile”, quando nella nostra città assistiamo a vie – tipicamente a vocazione movida – piene di persone e ricche di assembramenti». La polemica sulle limitazioni alle indizioni di cortei scaturita dalla direttiva che, a inizio novembre, la ministra degli Interni Luciana Lamorgese ha inviato a tutte le prefetture d’Italia, a Catania torna ad alimentarsi dopo il diniego alla manifestazione che i comitati del centro storico e diverse associazioni avevano annunciato per sabato in via Crociferi. Un’iniziativa che mirava a portare l’attenzione su una delle vie più importanti della città, nonché patrimonio Unesco.
«Il sit-in era a sostegno della pedonalizzazione della via Crociferi, che subisce da anni la mancata chiusura del traffico veicolare di una sua porzione con le conseguenti limitazioni a una piena fruizione di concittadini e visitatori», si legge in una nota diffusa dagli organizzatori. Che ricordano poi come la via sia diventata pedonale «nel lontano 2012, ma di fatto ancora oggi luogo di transito e sosta per molti mezzi a motore. Una via bandiera, sintomo di una mancanza di volontà politica e civica». Comitati e associazioni non hanno accettato l’alternativa proposta dal questore, ovvero di spostare il punto di raduno in un’altra zona della città, piazza Federico di Svevia. A non andare giù è stata soprattutto la motivazione legata alle misure di contrasto alla pandemia. «Via Crociferi tutti i pomeriggi è pressoché deserta, mentre piazza Università, la via Etnea, e diverse aree del centro storico, che distano poche centinaia di metri sono affollate all’inverosimile – continua la nota -. Eppure a noi viene negato il diritto di manifestare pacificamente per chiedere qualcosa di dovuto, la effettiva pedonalizzazione di via Crociferi che è sulla carta da dieci anni ma nei fatti non lo è mai stata».
E mentre gli organizzatori hanno annunciato di volere presentare ricorso al Tar, per contestare la decisione che non avrebbe tenuto conto del principio di proporzionalità, così come previsto dalla stessa direttiva della ministra Lamorgese, a intervenire sulla questione è l’assessore alla Polizia municipale Andrea Barresi. «Non ho la delega alla mobilità, ma capisco che il mancato rispetto di provvedimenti già esistenti, come la zona pedonale in via Crociferi, porti a pensare all’impiego dei vigili – dichiara a MeridioNews l’esponente della giunta Pogliese -. È importante chiarire che da parte di questa amministrazione non c’è alcuna volontà di sottovalutare il tema, ma i problemi da affrontare sono tanti. Ogni giorno 15 pattuglie, ripartite in tre turni, devono essere impiegate per la prevenzione degli assembramenti. Io credo che la situazione nel centro storico stia migliorando, con personale che presidia il territorio. In queste settimane stiamo ricercando di riorganizzare la macchina, compreso il contrasto ai reati ambientali».
Su via Crociferi l’assessore Barresi prende un impegno: «In settimana prenderò contatti con i residenti e i comitati per un incontro in cui confrontarci e capire quali sono le principali criticità, così da cercare – conclude – di prendere le misure più adeguate per affrontare il problema».
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