Prosegue senza sosta la vertenza dei 179 ex lavoratori della Catania Multiservizi, tra azioni legali e battaglie sindacali. Mentre gli ex dipendenti assorbiti dalla Dussmann si trovano oggi a poter lavorare solo fino all’11 novembre, sette giorni fa è arrivata l’ennesima sconfitta legale per la partecipata: il 13 ottobre, il Tribunale del lavoro etneo ha rigettato l’istanza sospensiva dei provvedimenti che imponevano il reintegro in servizio dei lavoratori che avevano fatto ricorso. «Il presidente Angelo Sicali, per conto del sindaco Stancanelli, avrebbe voluto evitare la riammissione in servizio dei lavoratori – spiega Franco Tomasello, segretario provinciale Unicobas – ma il Tribunale ha ribadito che sospendere l’ordinanza significherebbe creare un paradosso giuridico poiché non esiste, in senso tecnico, alcuna cessione di ramo dazienda». In sostanza, spiega Tomasello, «i lavoratori non possono essere spostati in blocco da unazienda di aria pubblica ad una di aria privata».
Il Tribunale ha così riconfermato l’illegittimità dei licenziamenti, ma la partecipata comunale continua ad ignorare la sentenza che lo scorso agosto ha reintegrato in servizio 31 dipendenti tra coloro che non avevano accettato di firmare il contratto con la multinazionale tedesca Dussmann. I lavoratori continuano a riscaldare le sedie degli uffici di Stradale Giulio, senza lavoro e ancora senza stipendio. Per ovviare alla situazione, le sigle sindacali interessate hanno indetto stamattina una conferenza stampa alla presenza del presidente della commissione consiliare delle partecipate comunali Francesco Navarria, del capogruppo del Pd Saro D’Agata e del vice presidente del Consiglio comunale Carmelo Sofia, «per vedere quali iniziative politiche intende intraprendere il Comune nei confronti di un sindaco che sta creando disordine amministrativo» afferma Franco Tomasello.
In base ad uno studio effettuato per l’occasione è emerso che «la partecipata ha avuto credito da diversi soggetti pubblici e privati, tra cui il ministero della Pubblica istruzione ed il Catania calcio» dichiara Tomasello. «L’ammontare della cifra è di circa sei milioni di euro – continua – quindi ci sono tutte le condizioni economiche per garantire ai lavoratori pubblici anche gli ammortizzatori sociali». Come ha spiegato il sindacalista, le organizzazioni Asal ed Unicobas chiedono dunque al Comune che «entro oggi siano tirati fuori i soldi per gli stipendi dei lavoratori reintegrati dal Tribunale», e annunciano che nei prossimi giorni saranno messe a punto iniziative di tutela legale e disegni di legge per le maestranze interessate. I sindacati minacciano inoltre di chiedere un’azione ispettiva alla Camera e al Senato nei confronti della «gestione bislacca» delle risorse finanziarie.
Intanto, lo scorso 10 ottobre, nel corso di un tavolo tecnico con la prefettura di Catania si è raggiunto un accordo che garantisce per i pulizieri ad oggi assunti dalla Dussmann – più di 400 nella sola provincia etnea, tra ex cooperative provinciali, e comprendenti anche una settantina di ex multiservizi – le 36 ore lavorative settimanali stabilite dal contratto firmato in aprile, Ma soltanto per 30 giorni. Per gli ex Multiservizi è ancora lontana la certezza dell’impiego a tempo indeterminato e dei 12 mesi di lavoro annuale – garantita in sede di accordo dal sindaco – come accadeva quando dipendevano dalla partecipata. «Si tratta di un provvedimento con molte ombre e poche luci – sottolinea Tomasello – Queste persone lavoreranno fino all’11 novembre, dopodiché cercheremo un accordo nazionale per tentare di recuperare dei fondi e mettere in atto misure di protezione sociale. Una soluzione tampone, che abbiamo firmato solo per un senso di responsabilità verso questi lavoratori». In merito alla vicenda, le organizzazioni sindacali chiedono le dimissioni del Consiglio di Amministrazione della Multiservizi per «le manifeste incapacità gestionali delle politiche economiche della società».
[Foto di Allie_Caulfield]
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