Il comunicato stampa dell’annuncio che dice che d’ora in poi si fa sul serio ha per luogo di provenienza Ryiadh, in Arabia Saudita. La Follieri Capital ltd di Raffaello Follieri non molla il colpo e «comunica che la società è pronta a fornire le credenziali di evidenza fondi richiesta per l’inizio della due diligence e della trattativa formale per l’acquisizione del Calcio Catania spa». Una nota diffusa ai giornalisti auspica che si possa «velocemente arrivare alla firma di un preliminare di acquisto».
«Il nostro piano industriale – continua la nota – prevede un investimento equivalente a 60 milioni di euro, per potere effettuare i pagamenti del debito pregresso e investimenti per il futuro. Siamo pronti, con il sostegno della grande tifoseria catanese, a portare il nome della squadra e della città nel mondo». Le premesse e le promesse sono state fatte in grande. L’imprenditore pugliese, del resto, ha inseguito il patron Nino Pulvirenti più volte ed è arrivato perfino a sbottare. «Pulvirenti non risulta avere alcun titolo per trattare la cessione della società», ha scritto in un altro comunicato stampa dopo un inseguimento senza esito.
Ora che, però, si è fatto avanti anche qualcun altro, Follieri preme sull’acceleratore, rivendicando di essere stato finora il primo e l’unico ad averci messo la faccia in modo ben più che esplicito. Nonostante in tanti rivangassero il suo interessamento al Palermo Calcio e la brutta faccenda della condanna per frode a 54 mesi di carcere negli Stati Uniti. Tutta acqua passata che non lo allontana dal suo obiettivo di entrare nel mondo del pallone rossazzurro, accompagnato per mano dal suo braccio destro Riccardo Fabbro e dall’ex presidente della Pubbliservizi Silvio Ontario.
Il 3 gennaio, però, il deserto di attenzioni nei confronti del Calcio Catania ha cominciato a riempirsi. È arrivata l’ufficialità dell’interessamento di un Comitato promotore per l’acquisizione del Catania Calcio presieduto dal rampante Fabio Pagliara, attuale presidente della Fidal che si è circondato di tanti nomi noti nel capoluogo etneo. Chi siano gli investitori dietro alla proposta di azionariato diffuso messa in piedi da Pagliata e company, però, non è dato sapere. Certo è che i nomi che erano stati avanzati (Aon e ItalPizza) hanno smentito con forza ogni coinvolgimento.
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