Start and stop. Dopo anni di polemiche stamattina le ruspe si sono presentate in contrada Muscello, dentro il parco archeologico dove si trova la Valle dei templi di Agrigento, per abbattere alcuni immobili abusivi. Ma non si è fatto in tempo a demolire nemmeno il primo muro di cinta perché i legali del proprietario del manufatto hanno addotto un vizio di forma. Secondo gli avvocati per dare esecutività alla sentenza che risale al 1999 è necessaria la verifica del titolo esecutivo. Cioè il documento che permette l’esecuzione forzata dell’atto. Dopo l’iniziale stop, però, è arrivato il via libera da parte del sostituto procuratore Carlo Cinque.
A inizio giugno la locale procura aveva concesso 30 giorni di tempo per «dare il via alle demolizioni, altrimenti – scriveva il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo – l’autorità giudiziaria procederà per abuso di ufficio ed omissione di atti di ufficio a carico dei responsabili degli uffici degli enti competenti». Cioè Comune di Agrigento, Sovrintendenza ai beni culturali e parco archeologico. Le ruspe stamattina sono entrate in azione in contrada Poggio Muscello per radere al suolo otto immobili abusivi: cinque case, un ovile, un muretto di cinta e un paio di baracche di legno.
L’operazione costerà al Comune circa 80mila euro ed è stata affidata a una ditta di Palma di Montechiaro. «Si comincia con la rimozione di qualche debole graffio all’interno del meraviglioso parco archeologico di 1.300 ettari», dice il sindaco Lillo Firetto. Gli oltre 650 immobili riconosciuti come abusivi sono stati da tempo segnalati a Comune, soprintendenza ai Beni culturali e parco archeologico. Le ruspe al momento rimangono in contrada Poggio Muscello presidiate da polizia, carabinieri e forestale. Ma Firetto rassicura: «Fra circa un’ora arriverà il provvedimento della Procura e potranno entrare in azione». E puntualmente il sostituto procuratore Cinque ha ordinato di dare seguito al provvedimento del procuratore della Repubblica di Agrigento del 3 dicembre 1998 – notificato il 16 dicembre 1999 – che disponeva la demolizione del muro abusivo. «Per costante giurisprudenza della Corte di Cassazione – precisa il pm – l’ordine di demolizione emesso in sentenza dal giudice deve essere eseguito dall’autorità giudiziaria ordinaria».
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