Valle dei Templi, 80 studenti protagonisti degli scavi «Siamo riusciti a riportare alla luce il teatro greco»

«Scavare ad Agrigento, per uno studente di Archeologia, vuol dire provare sempre una forte emozione. Abbiamo avuto tra le mani le statuette in terracotta e il materiale in ceramica: studiarli da vicino è stato travolgente». Federico Cosentino fa parte della squadra di studenti che, insieme agli archeologi del parco della Valle Templi e all’Università di Catania hanno partecipato alle campagne di scavo che hanno portato al rinvenimento di un antico teatro e di un’agorà (termine greco che indica la piazza centrale delle antiche città greche): scoperte importantissime che confermano ancora una volta come il centro, a partire dal quinto secolo avanti Cristo, fosse densamente abitatoFederico Cosentino arriva dalla facoltà di Archeologia della Sapienza di Roma e, insieme a Luigi Caliò, docente di Archeologia classica di Unict, ha fatto spola tra la Capitale e la Sicilia per collaborare insieme agli altri esperti per fare riemergere i nuovi ritrovamenti.

Gli scavi all’interno del parco archeologico, che comprende la Valle dei Templi, vanno avanti  attorno a un tempio rinvenuto nel 2012. Nel 2016, a seguito di alcuni studi, sono cominciati i saggi, utili a individuare l’eventuale presenza di reperti. «Il progetto era partito con degli scavi per ritrovare elementi che ci potessero fare risalire alla datazione del tempio – racconta Caliò a MeridioNews – Gli scavi sono stati finanziati dal Parco attraverso un accordo con l’Università di Catania. Inizialmente, tutto era partito da uno studio topografico da cui abbiamo pensato che lì ci potesse essere l’agorà. Non ci aspettavamo – aggiunge – che ci fosse il teatro».

Gli elementi dell’antico teatro risalgono al quinto secolo. Poi, sempre attraverso gli studi, si è scoperto che successivamente hanno subito una ristrutturazione. «Questi interventi sono arrivati dopo la battaglia del 480 contro i punici – prosegue Caliò – Dopo questo evento ci furono delle grandi ricostruzioni. Siamo nel periodo di re Agatocle, personaggio molto importante della Sicilia che ha lasciato il segno al patrimonio architettonico dell’isola».

Un progetto sicuramente innovativo, con oltre 80 studenti impegnati nella campagna di scavo che, insieme ai più esperti, hanno tolto oltre quattro metri di terra per poter portare alla luce tutta la struttura. Le operazioni erano aperte anche ai visitatori e agli appassionati. «L’obiettivo è proprio quello di mettere nelle condizioni chiunque abbia i requisiti di poter partecipare a uno scavo – sottolinea il docente – Questa è stata una delle idee portate avanti dal parco della Valle dei Templi che, in passato, ha promosso anche l’alternanza scuola-lavoro». L’occasione di un incontro ravvicinato con l’archeologia è stata un’esperienza che ha coinvolto anche Giulia Raimondi, dottoranda al dipartimento di Scienze umanistiche di Catania. «Abbiamo avuto la possibilità di lavorare manualmente e anche con trowel, (uno strumento a punta rigida utilizzato dagli archeologi) – racconta al nostro giornale – È bello che tutta la comunità accademica ci dia l’opportunità di agire in un complesso così importante. È stata l’occasione per poter operare su strutture di epoca tarda, oggetti in bronzo, materiali votivi in ceramica e ricostruirne l’epoca».

Gli scavi, portati avanti anche dalle archeologhe del parco Concetta Parello, Valentina Caminneci e Maria Serena Rizzo, si sono interrotti un anno e mezzo a causa del Covid. La pausa forzata, però, non ha portato via tempo alla ricerca, ma è servita a studiare alcuni oggetti già rinvenuti. Le operazioni di scavo si sono concluse lo scorso giovedì e riprenderanno all’inizio del prossimo anno. «Le attività aperte al pubblico sono un’iniziativa che abbiamo fortemente voluto e continueremo a portare avanti sempre con l’Università di Catania – afferma il direttore del parco archeologico di Agrigento Roberto Sciarratta – Abbiamo investito circa 200mila euro su questi interventi». Tra i progetti lanciati dal parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento ci sono i percorsi per consentire ai disabili di poter visitare le bellezze del sito in piena comodità. «Abbiamo previsto dei montacarichi e delle carrozzine elettriche per chi ha difficoltà motorie o è in carrozzina – conclude Sciarratta – Mentre per i non vedenti abbiamo disposto delle tavole in braille, così che possano conoscere tutte le informazioni sui monumenti. In più – conclude il direttore – si può conoscere il sito archeologico tramite schede con codice Qr o attraverso la spiegazione con la lingua dei segni internazionale».

Carmelo Lombardo

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