Ursino buskers ’19, stasera il circo scende in strada I raminghi etnei: «Ci aspettiamo pubblico energico»

«C’è una rinascita dell’arte circense e questo grazie a eventi come Ursino buskers festival, che in Italia si stanno moltiplicando spingendo la gente a guardare al circo contemporaneo con occhio diverso. Come il circo tradizionale tempo fa coinvolgeva la città, così oggi c’è un ritorno del pubblico molto forte, tant’è che troviamo sempre piazze piene e i festival sono sempre più seguiti. Ed è fantastico, perché ci offre la possibilità di portare avanti il nostro lavoro, il nostro progetto di vita».

Sono pieni di entusiasmo i catanesi Marco Previtera, 30 anni, e Annalusi Rapicavoli, 34 anni, coppia di circensi che insieme formano il Circo Ramingo, tra i protagonisti della sesta edizione di Ursino buskers, il festival internazionale delle arti di strada organizzato dall’associazione culturale Gammazita, che quest’anno si terrà da stasera al 22 settembre come sempre nel quartiere del Castello Ursino a Catania.

Compagni nella vita e nel lavoro, i due artisti – che hanno fondato il circo Ramingo nel 2016, anche se lavorano insieme da molto più tempo – amano viaggiare e portare i loro spettacoli in giro per l’Italia. «Ci spostiamo spesso ed è quasi un caso essere a Catania per l’Ursino buskers festival – racconta Marco – dove parteciperemo per la prima volta da artisti».

E dove porteranno lo spettacolo di circo acrobatico con numeri di alta giocoleria, esibizioni a mezz’aria e tanti momenti comici con il pubblico, parte fondamentale dello show. «Il nostro lavoro è proprio quello di creare una sorta di scambio con il pubblico, come vuole la tradizione del teatro di strada». Dove non c’è palco e gli artisti si esibiscono in mezzo alle persone, con cui condividono lo spettacolo in maniera attiva, portandole in scena e facendole partecipare da protagoniste. «Lo spettacolo è sempre lo stesso e cambia ogni volta – aggiunge Marco – nel senso che seguiamo un canovaccio, ma poi la strada ti porta ad avere tanti imprevisti. Ogni spettacolo è un caso a sé, c’è una pavimentazione diversa, un’ambientazione diversa, un pubblico diverso. E questo ci dà la possibilità di rendere ogni spettacolo unico».

Ogni show prevede un grande studio dietro. Marco si è formato da autodidatta e seguendo corsi e workshop, mentre Annalusi si è diplomata alla scuola nazionale di circo a Roma. Ma è anche un lavoro di esperienza. «Lo facciamo da 15 anni e abbiamo imparato tanto sul campo, al di là del lato tecnico. Perché quello che conta davvero è stare in piazza e fare spettacoli. E a Catania ci aspettiamo un pubblico molto energico, perché la città offre tanto sia a livello di spazi che di gente, da cui vogliamo tanto rumore».

Tra le grandi novità di Ursino buskers 2019 – che prevede 15mila metri quadrati interamente chiusi al traffico, otto aree di spettacolo tematiche, una parata per il centro storico, 40 compagnie e artisti provenienti da tutto il mondo, workshop per adulti, laboratori e spettacoli per bambini con Ursino kids, street market, esposizione d’arte – il tema L’arte non ha confini e lo street food & beverage in versione eco friendly – plastic free.

«Ursino buskers non conosce barriere geografiche, di genere, etniche, linguistiche o sociali. Oggi le nazioni ci vogliono divisi da limiti e confini, invece noi ci sentiamo liberi cittadini dello stesso mondo», dicono i volontari, che durante l’anno organizzano iniziative e manifestazioni volte a contrastare l’indifferenza davanti alla morte di migliaia di esseri umani, segno terribile del tempo in cui viviamo. «La musica, il teatro, il circo, la letteratura, l’arte sono capaci di abbattere i confini perché sono dialogo, scambio, conoscenza e scoperta, punto di incontro tra culture e popoli, vicini e lontani».

E a proposito di nuovi mondi possibili, altra rilevante novità di questa edizione è il primo passo verso il plastic free. «In tutte le postazioni ci saranno solo bicchieri e cannucce in materiale cento per cento biodegradabile. Non è semplice riuscire a eliminare totalmente la plastica, visti anche i costi dei materiali non inquinanti, ma abbiamo scelto di metterci tutto il nostro impegno con l’obiettivo di arrivare a un festival ecosostenibile». Il festival si nutre solo dei contributi dal basso e di tutto l’impegno dei volontari e si può sostenere fino al 30 settembre attraverso una semplice donazione.

Giorgia Lodato

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