Uomo muore nel cinema porno di via Sangiuliano Il gestore: «Un malore che poteva capitare ovunque»

Ieri sera un’auto dei carabinieri, un’ambulanza e un carro funebre sono intervenute a distanza di pochi minuti al civico 128 della centralissima via Sangiuliano: un uomo, descritto come «molto in là con gli anni» è morto dentro al cinema Sarah, storica sala per film a luci rosse di San Berillo. «È successo poco prima delle 21.30: ho visto uscire una bara da dentro il cinema. L’hanno portata subito via con un carro funebre», riferisce Giorgio, che stava per posteggiare l’auto per andare a una mostra in una galleria d’arte a poca distanza. «Mentre stavo per fare manovra sono stato bloccato da un uomo, che mi ha chiesto la cortesia di posteggiare più in là perché era morto un uomo dopo essersi sentito male, e dovevano portarlo via», spiega il giovane. La scena, secondo quanto riferito da Giorgio, «non ha destato la curiosità di molti, io stesso anche per rispetto mi sono allontanato». 

Nella zona però sembra normale vedere all’opera auto delle forze dell’ordine. «Io ho visto i carabinieri arrivare dal balcone di casa, non sapevo però che fosse successo qualcosa di così grave, anche se ho visto l’ambulanza», spiega una donna che abita proprio nel palazzo di fronte. Nello stabile accanto abitano invece molti studenti stranieri, soprattutto spagnoli. Tra loro uno conferma l’accaduto, ma anche che «non ci ho prestato molta attenzione, perché qui spesso accadono risse e interventi della polizia. Intorno a mezzanotte ho visto anche delle volanti di polizia. Ma capita spessissimo». Una circostanza confermata da uno dei tanti gestori dei negozi di porte e maniglie nelle vicinanze. «Quando sono arrivato questa mattina mi hanno subito riferito della cosa, ma non ci ho fatto molto caso, capita spesso di vedere polizia e carabinieri a ogni ora». 

L’uomo fa un riferimento anche a quanto accaduto a settembre del 2013: il cinema Sarah era stato sequestrato a seguito di una indagine della procura di Milano per «prestazioni sessuali a pagamento» che si sarebbero svolte all’interno. In quell’occasione furono tre sono a finire in manette: Salvatore Di Liberto, Salvatore Germanà e Giuseppe Santo Lanzafame, figura conosciuta nel mondo dei cinema catanesi e gestore di diverse sale nel capoluogo etneo e non solo. L’episodio di ieri, però, non ha nulla a che fare con attività esterne alla proiezione dei film vietati ai minori: secondo quanto riferito dai nuovi gestori, l’uomo, piuttosto in là con gli anni, si è accasciato al suolo durante la proiezione del film di ieri Lotta di Confine. E sono subito stati chiamati i soccorsi.  

«È stato un malore, che poteva capitare ovunque, anche al bar. In più si tratta di una persona che non conoscevo, non ero presente», afferma Franco Gallina, nuovo titolare del locale. Che tiene a sottolineare come «il cinema non c’entra nulla con la vecchia gestione». Prima di chiudere la conversazione, infastidito dalle domande sul caso, l’uomo invita a «chiedere agli inquirenti: sono venuti i carabinieri subito». Al comando provinciale dell’Arma riferiscono però di non avere traccia dell’intervento. Idem dalla polizia: «Trattandosi di casi di causa di morte naturale, la prassi è quella di non fare rapporto di intervento», spiegano dall’ufficio stampa della Questura. Del resto, come riferito da un altro esercente «che sia accaduto qualcosa dentro il cinema mi ha un po’ stupito, perché prima in quel cinema succedeva di tutto, ma con la nuova gestione, da qualche tempo, la situazione è molto più tranquilla», conclude.

Leandro Perrotta

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