Un’opera di Pippo Fava sarà in una missione spaziale «Messaggi di legalità anche nei progetti internazionali»

Una riproduzione in miniatura di un quadro a olio di Giuseppe Fava e un estratto di terra del Giardino di Scidà comporranno le 64 opere di Moon Gallery, progetto internazionale che sarà presente all’interno di un prototipo che sarà inviato sulla Luna. «Lavoriamo a questa iniziativa da due anni, da quando in un meeting internazionale sono venuto a conoscenza del progetto», racconta Giuseppe Andreozzi a MeridioNews. 

Responsabile dell’archivio della Fondazione Fava e genero del giornalista siracusano ucciso dalla mafia nel 1984, Andreozzi spiega che la natura dell’iniziativa è quella di volere esportare anche in importanti eventi internazionali messaggi di «assoluta sostenibilità e di buon comportamento. A febbraio 2022 ci sarà un volo di prova sulla base internazionale. Tutta la missione sarà coordinata dall’astronauta Samantha Cristoforetti. Si tratta di un micro alveare con delle cellette: ognuna di queste conterrà un contributo di un artista di tutto il mondo. Sono contento che questa mia proposta sia stata accettata dalla Fondazione Fava». La miniatura che andrà sulla stazione fissa sarà Studio sul Dolore, un’opera realizzata dallo stesso giornalista che oggi avrebbe compiuto 96 anni.

Moon Gallery è un’organizzazione culturale che promuove la cooperazione interdisciplinare e lo scambio di conoscenze tra i settori creativo e artistico, da un lato, e la tecnologia dall’altro. L’obiettivo è quello di stimolare attività supportando progetti innovativi di artisti di varia estrazione. In questo caso, in particolare, con l’iniziativa voluta dalla Fondazione Fava con l’invio dei due elementi nella Moon Gallery è quello di trasmettere il messaggio sulla necessità di creare, anche e soprattutto nella colonizzazione lunare e spaziale, nuovi modelli di sviluppo realmente sostenibili liberando la società dalla corruzione e dalla violenza denunciate da Fava con le sue inchieste.

«Insieme alla miniatura , abbiamo deciso di inviare anche un campione della terra del Giardino di Scidà – conclude Andreozzi – Durante i colloqui con uno dei responsabili di Moon Gallery abbiamo appreso che le pietre lunari hanno l’odore della polvere da sparo, lo stesso che aveva il giardino di Scidà (bene confiscato alla mafia e oggi gestito da un gruppo di associazioni, tra cui i Siciliani giovani e la Fondazione Fava, ndr) quando venne tolto alla famiglia mafiosa dei Santapaola». L’obiettivo finale del progetto è che la galleria miniaturizzata trovi sistemazione definitiva nella stazione lunare fissa che sarà costruita nei prossimi anni.

Carmelo Lombardo

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