Uno sguardo sull’altro

«È lo sguardo esterno su una Catania dove nelle strade c’è luce, ma dentro, nelle case, c’è una certa intimità che devi penetrare, ed ecco perché il buio. Il gioco di questi chiaroscuri, di luce e buio è proprio questo contrasto tra l’entrare in uno spazio e l’uscirne. Attraverso questi oggetti luminosi e il Bocs buio c’è la rappresentazione di una casa che ha anche i panni stesi».  Così l’artista svizzera spiega la sua mostra/residenza Via Grimaldi curata da Mario Casanova, inaugurata lo scorso 15 aprile al BOCS, box of contemporary space, e visitabile ogni sabato dalle 18 alle 20 fino al prossimo 15 maggio.

Una mostra che non vuole essere «una-mostra-in-uno-spazio», e che diventa, afferma l’artista, «uno spazio che gli abitanti del quartiere condividono e conoscono». Tutto gira attorno a via Grimaldi nel quartiere di San Cristoforo.

Arrivata a Catania grazie ad amici che l’hanno fatta innamorare della città, è proprio la sensazione di quartiere, quasi di paese, che non trovi nelle grandi città, ma che a Catania è ancora molto forte che Veronica Tanzi ha voluto trasformare in rappresentazione, anche in continuazione con la sua ricerca artistica basata sul concetto di famiglia. «Durante il periodo di soggiorno-studio della città ho parlato con la gente del quartiere e ho cercato di vivere il luogo per trovare un filo conduttore nel contrasto tra luce e ombra» ha affermato Tanzi, che ha continuato: «Entrare nella penombra delle case significa entrare nell’intimità di una persona, come testimoniano anche gli indumenti intimi appesi fuori. E cosa c’è di più intimo di un comodino o di un armadio? Quella che riluce è l’anima delle persone riflessa nei loro oggetti più intimi».

I siciliani si sa, sono ospitali e curiosi e non hanno mancato di manifestare il proprio essere anche con Veronica Tanzi: «Dal lato umano non ho avuto nessun problema – racconta – La gente del quartiere è stata molto carina, disponibile. Anche il panettiere mi ha chiesto chi fossi, per quanto tempo mi fermassi a Catania … Ho proprio vissuto lo sguardo sull’altro tipico del quartiere e che in Svizzera non vivrò mai».

desireemiranda

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