Università, tesi di laurea vendesi «Tempi ultrarapidi e prezzi imbattibili»

«Poco tempo per la tesi? Sociologa offre aiuto per tesi, tesine, presentazioni power point, traduzioni in inglese e francese in tempi ultrarapidi a prezzi imbattibili». Di annunci così Internet è pieno. Questo lo abbiamo trovato in un famoso sito per studenti. L’aiuto in questione è totale, basta pagare. Il costo del servizio varia a seconda del tipo dell’elaborato e della lunghezza. Si va dai 450 euro per una tesi triennale ai mille, minimo, per una specialistica. Un altro modo per arrotondare legato al mondo dell’istruzione, attorno al quale non gravita solo il mercato delle lezioni private, ma anche quello delle tesi di laurea. Dove i prezzi lievitano considerevolmente, e di conseguenza l’evasione fiscale, che non è certo il solo aspetto illegale. Ma a rischiare è soprattutto lo studente.

«Penso a tutto io e la tesi è pronta anche in 15 giorni, se hai ben chiaro il tema», risponde al telefono la sociologa con voce sicura. L’argomento non lo chiede neanche, può scriverla su qualsiasi cosa. Eventuali testi suggeriti dal professore deve comprarli lo studente e spedirglieli, «e se servono traduzioni si pagano a parte», chiarisce. Il pagamento avviene a tranche, dopo la prima si riceve l’introduzione, e si va avanti così fino alla consegna della parte finale della tesi, ovviamente dopo aver saldato quanto dovuto. L’invio rigorosamente via mail. Soldi a parte, sembra facile come bere un bicchier d’acqua. Alla richiesta di un’eventuale fattura, assicura addirittura di poterla emettere, perché ha «anche un’associazione culturale». Il collegamento non è immediato, ma certamente non potrebbe fatturare il servizio per quello che è. Se paradossalmente lo facesse, comunque, rischierebbe semplicemente una contravvenzione.

Dal 1999 vendere tesi, infatti, non è più punibile con la galera. Presentare il lavoro fatto da altri come proprio, però, lo è. Prima che la pratica di vendere tesi di laurea – talmente diffusa che se ne parla apertamente e senza timori in diversi forum on-line – venisse declassata nel codice panale, si potevano rischiare fino a sei mesi di carcere. Ora a chi offre questo servizio si applica una sanzione pecuniaria, che aumenta nel caso l’offerta sia pubblicizzata a mezzo stampa. Chi rischia di più è certamente lo studente, perché l’acquisto dell’elaborato indispensabile per raggiungere il sudato – poco in questo caso –  traguardo della laurea è punibile con un periodo di reclusione che va dai tre mesi a un anno.  E la pena non può essere inferiore ai sei mesi se il reato viene scoperto dopo il conseguimento del titolo.

La «massima esperienza, serietà e professionalità», garantita nell’annuncio dalla sociologa in questione, è da tenere in forte considerazione. Perché il plagio, cioè copiare anche parte di un elaborato scritto da altri in una tesi, senza citare la fonte, costituisce ancora reato. Lo studente deve quindi fare attenzione a fidarsi. Perché se chi scrive la tesi al posto suo copia il lavoro di altri, a rischiare la galera, la perdita del titolo di dottore – oltre che di aver pagato somme non indifferenti invano – è solo lui.

Contro il plagio ormai i professori sono diventati espertissimi detective. «Per verificare che i miei studenti non copino – spiega Davide Bennato, docente di Sociologia dei processi culturali all’università di Catania e esperto di social media – uso diversi strumenti informatici sia generici, come Google Books, sia specifici, come servizi web anti-plagio che verificano se file word siano presenti su siti o altre risorse. E poi – continua il professore – conta molto l’esperienza: le tesi le assegno in campi che conosco bene, perciò mi è piuttosto facile riconoscere lo stile di un autore o le caratteristiche di un’argomentazione».

Ma se la consulente in questione è un genio e riesce a scrivere una tesi in 15 giorni senza copiare, un docente come fa ad accorgersi della disonestà dello suo tesista? «Se la tesi è commissionata – dice Bennato – è più difficile riconoscere il dolo, ma spesso lo studente tende a fare qualche passo falso che tradisce il fatto che il lavoro non è farina del suo sacco». Come minimo, quindi, dovrà fare la fatica di studiare la tesi che ha comprato.

[Foto di inggmartinez]

Agata Pasqualino

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