Ex hotel Costa, agenti antisommossa per sgombero Blitz nel pomeriggio, 12 denunciati per l’occupazione

«Così rispondono le istituzioni agli studenti che chiedono che venga rispettato il loro diritto allo studio». Fuori dall’ex hotel Costa, in via Etnea 551, ci sono una cinquantina di giovanissimi col mento tirato in su. Guardano i balconi del primo piano, dove gli uomini delle forze dell’ordine tentano di fare uscire gli occupanti. Una decina in tutto, rispondono agli agenti della polizia con i megafoni in mano. «Non mi metta le mani addosso», grida una ragazza. Sono da poco passate le 17.40: l’occupazione dello stabile – dal 1976 al 2009 residenza universitaria dell’Ersu – è durata appena sette ore. Alla fine sono 12 le denunce a piede libero, tutte per occupazione.

La tensione sin dai primi momenti è palpabile. Anche perché, nel primo pomeriggio, proprietari e affittuari, protagonisti negli anni di un lungo e complicato contenzioso, si erano presentati sul posto e il nervosismo non sembrava eccessivo. Nel tardo pomeriggio, invece, arriva la polizia in assetto antisommossa. Due camionette, svariate automobili e due mezzi dei vigili del fuoco, questi ultimi arrivati a sigillare l’ingresso posteriore, quello di via Passo Gravina. Gli agenti entrano in fretta, arrivano al primo piano e da lì la scena si sposta sul balcone. Dopo che i ragazzi e le ragazze vengono fatti rientrare, due poliziotti tolgono lo striscione che era stato appeso in mattinata: «Studentato 95100 occupato».

Per una quindicina di minuti, i giovani occupanti rimangono all’interno della palazzina. I loro avvocati, Pierpaolo Montalto e Dario Pruiti, riescono a entrare solo dopo le proteste. «Stanno bene», dicono appena usciti dallo stabile. Pochi istanti dopo, i primi fermati escono scortati dalle forze dell’ordine. Diverse automobili della polizia bloccano il traffico in via Passo Gravina e, una dopo l’altra, caricano al loro interno i manifestanti per portarli in questura, in piazza Santa Nicolella. «Il problema del diritto allo studio a Catania è sempre più centrale – dice una giovane – I trecento posti letto di questa residenza, chiusa da quasi dieci anni, servirebbero a garantire opportunità a più studenti. Questo palazzo è qui, vuoto e inutilizzato, mentre una questione legale rimane in sospeso e non si trova il modo di sbloccarla».

«Apprendo dello sgombero con grande dispiacere, perché chiaramente sono studenti e non posso essere d’accordo con le azioni di forza nei loro confronti», dichiara a MeridioNews Alessandro Cappellani, presidente dell’Ente regionale per il diritto allo studio. È anche a lui che è toccato prendere in mano la disputa legale con la Sar costruzioni, la ditta dell’imprenditore Alfio Luciano Massimino attualmente proprietaria dell’ex hotel di via Etnea. «Bisognava operare degli adeguamenti antisismici, anche in ragione di quanto avvenuto a L’Aquila con il terremoto – prosegue Cappellani – Abbiamo tentato un accordo con la ditta, che però poneva delle condizioni sempre rigettate dall’avvocatura dello Stato». La situazione, dopo quasi un decennio, sarebbe stata vicina a sbloccarsi a novembre, quando Ersu e Sar costruzioni si sarebbero incontrati per trovare, finalmente, un punto in comune. Adesso, l’ultima bozza di accordo è al vaglio degli avvocati di Stato, ai quali oggi è stato inviato un sollecito.

Il nuovo documento dovrebbe prevedere, oltre alla messa in sicurezza dell’immobile a carico dell’impresa, «L’occupazione, dal punto di vista del sentimento politico, la trovo giusta. I modi, però, non sono accettabili – conclude il presidente dell’Ersu – Ero andato a incontrare i giovani nel primo pomeriggio, avevo chiesto loro di andare via e avevo tentato di convincere la proprietà a non fare una denuncia. Loro sono rimasti e la denuncia è andata avanti». E il risultato sono i dodici giovani coinvolti. La residenza Costa, però, intanto è tornata al centro dell’agenda universitaria. «Attualmente abbiamo circa 690 posti letto, presto potrebbero arrivare novità sulla Cittadella». E con l’eventuale apertura di via Etnea, l’offerta supererebbe il migliaio.

Luisa Santangelo

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