Circa cinquanta. È il numero di posti che si potrebbero liberare, soltanto in Sicilia, nelle Facoltà di Medicina. La notizia è diffusa dallo studio legale Leone-Fell e segue la decisione del Consiglio di Stato sul ricorso presentato da diverse Università italiane, tra cui quelle di Palermo e Catania, contro la decisione del Tar del Lazio che già in precedenza aveva dato ragione a decine di studenti.
La questione riguarda lo stop delle immatricolazioni disposto dal Miur a inizio anno, tramite il blocco delle graduatorie, anche nei casi in cui i posti assegnati fossero stati inferiori a quelli banditi. Una scelta che lo studio legale non esita a definire un caso di «ignoranza burocratica» e che non sarebbe stato giustificato da alcun principio. «Il ministero a inizio 2016 è come se avesse deciso di cambiare le regole del gioco dopo avere concluso la partita – commentano gli avvocati -. Peraltro è assurdo che chi ha partecipato ai test per entrare in Medicina, consapevole di poter scegliere più destinazioni e stare in più graduatorie, di colpo si è trovato a pagare un’attesa che fino a quel momento gli era stata sempre garantita».
Adesso coloro che si trovavano in graduatoria nei posti ottimali per entrare nei corsi di laurea, in virtù della rinuncia di altri candidati, potranno immatricolarsi. Seppure con la certezza di aver rovinato un anno. «Questo aspetto non è secondario e con molta probabilità porterà a richieste di risarcimento nei confronti dello stesso ministero», conclude lo studio legale.
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