«Apriamo le università di sera perché diventino finestre sul mondo»: così la scorsa settimana Giovanna Iannantuoni, neorettrice dell’università Bicocca di Milano, dichiarava le proprie intenzioni in un’intervista a Repubblica. Ma quanti atenei, terminate le ore dedicate alle lezioni e agli esami, restano aperti per tutti quegli studenti che hanno voglia di vivere corridoi e aule anche di notte? È quello che abbiamo provato a capire all‘università di Palermo. «Per la mia esperienza posso dire che ciò non avviene, o comunque molto poco – dice Rocco, studente di Geologia che vive presso la residenza universitaria dello Schiavuzzo – In via Archirafi, ad esempio, non ci sono attività serali, se non quelle organizzate dai centri sociali o dalle associazioni studentesche. E anche allo studentato, a parte uno spazio comune, non c’è molto altro. Siamo noi a creare in un certo senso le opportunità per vivere i luoghi dell’università di notte».
E le voci degli studenti in questo senso si accavallano. Come a dire, forse, che l’appello della rettrice di Milano vale anche per gli atenei del Sud. O no? «In realtà sono cose che già tutte le università realizzano già» puntualizzare il rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari. A luglio ad esempio Unipa ha ospitato Vocazioni, ovvero la stagione estiva 2019 del Teatro Biondo. Il progetto, di cui l’ateneo è partner, si è svolto in luoghi d’eccezione come il castello di Maredolce, il complesso monumentale Sant’Antonino e l’Orto Botanico. Come ogni anno, poi, la rassegna Palermo classica – che per la stagione invernale prevede l’esecuzione in 16 concerti di tre grandi classici, tra i più amati, della tradizione pianistica di tutti i tempi. – si divide tra Palazzo Steri e la Galleria d’Arte Moderna.
«Le università sono aperte – conferma Micari – concetti come la terza missione (cioè l’applicazione diretta, la valorizzazione e l’impiego della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale ed economico della società, ndr) e la presenza nel territorio sono percorsi acquisiti da tempo. Ricordo ad esempio che dall’anno scorso le biblioteche sono aperte fino alle 22 di sera. La crescita importante che ha avuto Palermo in questi anni per quanto riguarda l’offerta culturale, tra musei e le tante iniziative sparse per la città, ci ha visto certamente protagonisti. Il 27 settembre ci sarà poi la Notte dei ricercatori, che quest’anno si sposterà dall’Orto Botanico a Palazzo Steri. Ricordo poi che a ottobre partono due nuove mostre, quella sui Chiaramonte che è propedeutica alla riapertura dell’Aula Magna e alla conclusione del restauro del soffitto ligneo, e quella sulla storia del giocattolo dal nome Bim Bum Bam».
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