Avremmo voluto intitolare questa nota: “Il problema dei rappresentanti”. Perché? Se esiste una questione della rappresentanza studentesca, in cosa consiste?
All’interno dell’Università la politica ha pieno diritto di cittadinanza. L’università è un’istituzione il cui scopo primario non è solo quello di attrezzarci per l’inserimento nel mercato del lavoro. L’università è il luogo in cui occorre dare un senso al sapere, in cui ci formiamo anche come cittadini, in cui dovremmo essere liberi di esprimerci su tutti i grandi temi sociali, culturali, ambientali, civili della nostra generazione.
Che politica è quella che si afferma in occasione delle votazioni per le rappresentanze studentesche? Siamo tutti pronti a scandalizzarci quando un reportage alla televisione rivela episodi di corruzione durante le elezioni comunali nei quartieri popolari. Ci indigniamo per la meschinità di gran parte del ceto politico-amministrativo, ridiamo per le facce e per gli improbabili slogan dei candidati o per la prevalenza del “voto di scambio”; cioè quel voto che non è frutto di riflessioni sincere e disinteressate, bensì corrotto dalle promesse di un tornaconto da parte di chi si candida, o chi per lui.
Eppure le elezioni dei nostri rappresentanti non sono meglio. La recente modifica dello Statuto dell’ateneo ha accresciuto il peso degli studenti come “grandi elettori” per le cariche accademiche. Il voto dei delegati che verranno eletti il 12 e 13 maggio potrà avere una forte influenza, talvolta addirittura decisiva, nelle elezioni dei presidi di facoltà e conterà particolarmente nelle future elezione del rettore. Delle elezioni all’università si occupano perciò attivamente i leaders politici locali, desiderosi di mettere le mani sull’università, di condizionarne le scelte, persino di influire sulle carriere dei docenti.
Alcune delle liste presentate avranno perciò una precisa connotazione, che non fa riferimento a nessuna scelta ideale. Avremo la lista sponsorizzata dall’Onorevole Tizio, quella del Presidente Caio, quella del Deputato regionale Sempronio. La campagna elettorale per l’università occupa attivamente le segreterie politiche degli stessi “partiti personali” che si contendono la scena a livello locale e regionale.
Questo non si può impedire. Ognuno è libero di prestarsi a questo gioco. Ma non si venga a dire che viviamo in un momento in cui si può trascurare il futuro dell’università di Catania. Aumento delle tasse, numero chiuso in tutte le facoltà, riduzione dei fondi per mense case dello studente e trasporti, piani di studio dei nuovi corsi di laurea e bilancio disastroso del 3+2, chiusura dell’accesso ai giovani ricercatori, licenziamento del personale precario, azzeramento degli investimenti per le iniziative studentesche e culturali: come si vede il catalogo è lungo. La maggior parte di queste misure è stata provocata dalla brutale restrizione di finanziamenti al sistema universitario. E poi c’è la riforma Gelmini in discussione al Parlamento…
Sembrerebbe il momento giusto affinché anche le elezioni dei rappresentanti siano trasformate in un’ occasione di confronto tra gli studenti e l’amministrazione dell’ateneo. Step1 è solo un giornale. Per quanto è stato possibile ci siamo sforzati ad avviare una discussione sul futuro di Unict coi docenti dell’ateneo. Un’altra discussione è in corso sul destino di Catania. Adesso siamo pronti a ospitare gli interventi di tutti i candidati che vorranno intervenire.
Ma parlateci di politica, parlateci del ruolo dell’università nella città, spiegateci cosa ne pensate della riforma Gelmini, criticate o approvate le scelte del senato accademico e del rettore. Fateci sapere perché dovremmo votare per voi invece di non andare a votare. Se invece volete invitarci alla festa elettorale in discoteca, o farci telefonare dalla segreteria dell’Onorevole, vi rispondiamo “No, grazie!”.
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