Unict, silenzio dopo l’endorsement di Recca Vecchio promette: «Continuità e autonomia»

Non fa rumore nella campagna elettorale per il vertice dell’ateneo di Catania l’endorsement del rettore uscente Antonino Recca nei confronti di uno dei quattro candidati, l’ex preside di Scienze Politiche Pippo Vecchio. Arrivata ieri, in notturna, la notizia dell’appoggio ufficiale all’ex oppositore da parte del Magnifico dimissionario è stata accolta come l’annuncio di un dato di fatto. Risaputo da tempo all’interno dell’ambiente universitario, ma reso misterioso dalla presenza tra i candidati di un fedelissimo di Recca, l’ex preside di Lettere Enrico Iachello. All’indomani della scelta ufficiale, un sereno professore Vecchio, scusandosi per gli eventuali problemi alla linea perché si trova in campagna, commenta: «Sono grato al professore Recca, che si esprime in quanto docente e collega, di questa presa di posizione. Ancora più interessante perché, dentro l’ateneo, io non sono uno che ha votato Recca nel passato come invece qualche altro candidato, come Giacomo Pignataro». Candidato considerato il maggiore oppositore del rettore uscente. Impossibile conoscere la reazione dello scaricato Iachello, il cui cellulare squilla a vuoto.

«Il rapporto con Recca ha in parte una radice nell’amicizia personale – spiega Vecchio – ma dà anche l’idea della libertà all’interno dell’università di consenso e accordo a prescindere da posizioni personali e preconcette». Posizioni, quelle del rettore uscente, che durante i suoi mandati Vecchio aveva criticato senza farne mistero, guidando gli oppositori vicini al precedente vertice dell’ateneo Ferdinando Latteri. Ora le sue posizioni sono più caute. All’insegna della continuità ma rivendicando comunque la propria autonomia. «Io ho sempre avuto libertà di pensiero e sono rispettoso dei processi di continuità istituzionale perché quello del rettore è un servizio all’istituzione e ai colleghi – spiega – Siamo in una fase in cui sono cambiate le leggi sull’università e la sua contabilità, dobbiamo avere la prudenza e il rispetto di sviluppare quello che di buono si è fatto da sempre, non solo nell’ultima amministrazione».

Vecchio fa leva sulla sua lunga esperienza all’interno dell’università. La stessa che, secondo Recca, gli ha permesso di essere punto di incontro di molti e variegati consensi tanto da spingerlo all’appoggio ufficiale. «Ho più di 40 anni di servizio effettivo all’interno dell’università – racconta il candidato – Ho attraversato le esperienze di cinque rettori, ognuno dei quali ha dato grandi contributi. Chi oggi si candida a gestire l’ateneo per sei anni, deve sapere che questi sono solo un centesimo della storia dell’Università di Catania. E deve farlo senza rotture né continuità non giustificate». Un obiettivo per il quale Vecchio chiede unità a tutti i docenti. Un appello che potrebbe suonare come una richiesta di un passo indietro – per non disperdere voti – a candidati più deboli. Come è adesso Enrico Iachello. Ma l’ex preside di Scienze Politiche glissa.

«Il mio appello all’unità vuole essere un messaggio di serenità per tutti quelli che lo vogliono accogliere». Anche e soprattutto alla luce dei numeri che il decano Mario Marino renderà noti. Si tratta del numero di firme raccolte da ogni candidato per presentare la propria candidatura: minimo 50, «ma non c’è un limite e questo, secondo me, è un difetto del regolamento elettorale d’ateneo», commenta Vecchio. Se i suoi di numeri fossero consistenti – e la risposta sembra affermativa – potrebbe prendere forma quella che il candidato Iachello ha definito «una sorta di prova muscolare avente valore di primarie». Favorita dal rettore uscente con una mail ai docenti dell’ateneo che invita a esprimere una preferenza e osteggiata anche dall’altro candidato Pignataro. Che ha ottenuto lo stop imposto dal decano, irritato dal comportamento dell’ex Magnifico: «Va condannato ogni tentativo di trasformare le sottoscrizioni delle candidature in una sorta di primarie. Sono da censurare altresì comportamenti che mirano ad avvelenare il clima delle prossime settimane rendendo il meccanismo poco trasparente».

«Personalmente, quando il 21 Febbraio 2013 andrò a votare, non mi farò minimamente influenzare dai numeri delle sottoscrizioni e mi auguro che così facciano tutti gli elettori», conclude Marino. Ma Vecchio risponde da studioso dei partiti: «Oggi cosa sono le primarie, come definizione, non lo sa nessuno. Sulla base dell’esperienza degli Stati Uniti possiamo dire che si tratta di un sistema regolamentato per individuare un candidato. Ma qui i candidati ci sono già». Oltre a lui, Iachello e Pignataro, anche il docente di Medicina Vittorio Calabrese. «Questo sembra più un sondaggio – ammette infine Vecchio – Che comunque ha un suo effetto e i numeri parlano da soli».

[Foto di dullhunk]

Claudia Campese

Giornalista Professionista dal 2011.

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