Per alcuni sono il primo banco di prova per i ventenni in politica. Per altri lo specchio universitario di palazzi e poltrone. Entrambe le ipotesi non escludono il fascino di cui gode la gara elettorale d’ateneo in cui a contendersi le cariche istituzionali sono parecchi studenti, in certi casi sostenuti da apparati politici e in altri da liste prettamente studentesche. Le elezioni appena trascorse (il 18 e il 19 maggio, i cui risultati avranno validità biennale) si sono tenute per nominare i referenti al senato accademico e agli organi superiori. Quest’ultimi ripartiti in consiglio d’amministrazione universitario, nucleo di valutazione e comitato per lo sport (Cus).
I seggi disponibili al senato accademico – la corsa più prestigiosa – sono sei e solitamente per quest’organo le liste corrono singolarmente, senza raggrupparsi in coalizioni. Queste ultime, invece, si definiscono per il Cda d’ateneo, il nucleo di valutazione e il Cus, dove le cariche da assegnare sono sei in totale, due per ciascuna. Al senato accademico vincono le liste Libertas e Arché – che si attestano intorno ai 1800 voti -, Partito democratico-La finestra-Si cambia, Azione universitaria controcampus, Università popolare e Actea.
Dal senato rimane fuori per un manciata di voti Arcadia, alle spalle della quale c’è il deputato regionale ex Articolo 4 Luca Sammartino, la cui cavalcata all’interno del Pd siciliano non si trasforma in una vittoria all’Unict. Successo che invece registrano altri politici noti. Grande, sempre in quest’organo, il risultato riportato da Arché, l’associazione che fa riferimento al consigliere comunale catanese Agatino Lanzafame e al consigliere della terza municipalità Antonio Fusco. Altri componenti di Palazzo degli elefanti hanno sponsorizzato le composizioni elettorali, al netto di una storica vicinanza di Libertas all’ex Mpa di Raffaele Lombardo.
L’associazione Actea raccoglie le simpatie del vicesindaco di Catania Marco Consoli, la lista del Pd quella della presidente del Consiglio Francesca Raciti tramite il marito Salvo Nicosia. È proprio la coalizione Pd-Studenti democratici a stravincere nei tre organi amministrativi mentre le altre due (che raccolgono le singole liste presenti alla gara al senato accademico) Insieme e Noi si dividono la posta in gioco. La prima – di ispirazione studentesca – passa al Cda mentre la seconda – di centrodestra – guadagna il nucleo di valutazione d’ateneo e il Cus. Buono anche il risultato di Nike.
La votazione, aperta ai 47mila iscritti all’università degli Studi catanese – fuoricorso compresi -, ha registrato una partecipazione al di sopra degli standard degli scorsi anni. A recarsi al voto è stata una media di 300 studenti per dipartimento. In totale circa 15mila votanti, sufficienti a garantire il quorum fissato al 15 per cento degli aventi diritto. L’affluenza registrata quest’anno – intorno al 30 per cento – supera di tre punti percentuali quella relativa allo scorso biennio. Tendenzialmente bassa, ha comunque subito una spinta in avanti. Ugualmente partecipate sono risultate le urne per il consiglio di amministrazione – l’organo che individua le strategie dell’ateneo -, il senato che si occupa dei servizi per gli studenti e della programmazione e di eventuali soppressioni, il nucleo di valutazione e il Cus che gestisce gli impianti sportivi.
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