Chi sostiene che la scienza non è divertente sarà costretto a ricredersi davanti ai vincitori dell’IgNobel, il premio per le scoperte apparentemente improbabili giunto quest’anno alla 26esima edizione. Dopo aver girato tra Nottingham, Londra, Losanna, Oslo, Stoccolma e Graz lo spring tour europeo approda per la prima volta in Italia e sarà ospitato oggi alle 15.30, nell’aula magna Ettore Majorana del dipartimento di Fisica e astronomia dell’università di Catania – città natale dei tre ricercatori che hanno ottenuto l’ambito riconoscimento nel 2010 – con un evento dal titolo Scienza e Humor.
Può sembrare quasi una presa in giro, ma in realtà è una questione seria. Anzi semiseria, visto che il motto del premio, assegnato ogni anno poco prima del Nobel e seguitissimo in tutto il mondo, fa riferimento a «ricerche che fanno prima ridere e poi pensare». Come quella del trio etneo formato dai fisici Andrea Rapisarda e Alessandro Pluchino e dal sociologo Cesare Garofalo, premiati nella sezione management per aver dimostrato matematicamente che promuovendo le persone in modo casuale invece che sulla base di curricula e preparazione enti e aziende sarebbero più efficienti, reinterpretando il paradosso dello psicologo canadese Laurence J. Peter secondo cui «in un’organizzazione ogni nuovo membro sale nella gerarchia fino a raggiungere il suo livello di massima incompetenza».
«Tra migliaia di articoli pubblicati su riviste scientifiche prestigiose ce ne sono alcuni che a prima vista sembrano strani, perché nonostante i termini tecnici e scientifici si occupano di argomenti bizzarri», spiega Andrea Rapisarda. Ma qualcuno, alla fine, vince anche il Nobel vero e proprio. Come lo scopritore del grafene, uno dei materiali più innovativi sul mercato, scoperto attaccando banalmente un pezzo di scotch a una matita. «Ogni piccola scoperta, anche apparentemente inutile, può rappresentare in realtà una soluzione inaspettata» – aggiunge Rapisarda ricordando il ragionamento che sta alla base del premio istituito nel 1991 da Marc Abrahams, editore della rivista Annals of Improbable Results e presente alla tappa catanese, per avvicinare in modo divertente la scienza alle persone che la considerano lontana e incomprensibile.
Fa ridere pensare che un team di studiosi abbia potuto dedicare tanto tempo a scoprire l’effetto della musica country sulla propensione al suicidio, se conviene davvero mangiare del cibo caduto per terra in un lasso di tempo di cinque secondi o se somministrare il prozac alle vongole abbia conseguenze sulla loro attività sessuale. O ancora, sembra davvero impensabile pubblicare su una rivista autorevole i risultati di uno studio sul fatto che le imprecazioni permettono di sopportare meglio il dolore o la dimostrazione che le persone tendono a scivolare meno sul ghiaccio se indossano i calzini sopra le scarpe invece che dentro.
E che dire della ricerca che ha guadagnato l’IgNobel 2016 per la Medicina secondo cui se si prova prurito su un lato del corpo lo si può alleviare guardandosi allo specchio e grattandosi il lato opposto? «Bisogna essere lungimiranti e capire che una cosa, per quanto possa sembrare assurda, può dare dei risultati» – osserva Alessandro Pluchino, che presenterà al pubblico le strategie random in politica e in economia e finanza, dimostrando che investire a caso è altrettanto conveniente che seguendo i consigli del consulente finanziario.
«Non è detto che un bravo chirurgo sia anche un bravo direttore d’ospedale, come non si può star sicuri che un giornalista talentuoso lo sia altrettanto al comando di una redazione» – dice il fisico tornando su uno degli argomenti affrontati anche nel libro Abbiamo vinto l’IgNobel con il Principio di Peter – Scienza, caso e humor (Malcor D’ Edizione, 2017) che verrà presentato stasera.
«La storia ci insegna che molti attori, cantanti, libri sono stati scoperti fortuitamente». Si tratta di cogliere delle opportunità che capitano per caso, come è successo a Maria Callas che ha sostituito la titolare di lirica diventando la star del genere o a J.K. Rowling, scrittrice di Harry Potter ed ex cameriera che ha girato ben nove case editrici prima di trovare chi le pubblicasse la storia. «A volte bisogna scommettere su cose che sembrano inutili e perdenti ma tra cui si può nascondere l’idea vincente – conclude – Per averne la prova provate a scoprire una nuova città senza mappa o a scegliere un ristorante facendo a meno della guida Michelin».
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