«Il ministero non ha facoltà di impedire che un ateneo proceda all’elezione di un nuovo rettore, una volta cessato dalla carica quello precedente». Il Ministero dell’Università e della ricerca non interverrà sulle consultazioni elettorali accademiche previste per il prossimo 23 agosto. Così a Palazzo centrale, salvo diversi indirizzi dell’ateneo, si procederà con la votazione per un nuovo capo del Rettorato. A spiegarlo a MeridioNews è lo stesso Miur, rispondendo a una richiesta di chiarimenti inviata da questa testata. Da giorni, infatti, si susseguono gli appelli per chiedere al decano, il professore Vincenzo Di Cataldo, di rinviare le elezioni a un periodo meno segnato dalle assenze per la calura estiva e che permetta più tempo per la presentazione delle candidature (così sono stati dati undici giorni, la scadenza è fissata per venerdì).
Il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte hanno annunciato, lunedì, l’invio degli ispettori del governo nell’ateneo, ma il controllo dei procedimenti amministrativi del passato non ha a che vedere con le elezioni del futuro. Molti hanno invocato il commissariamento dell’università di Catania, ma il Ministero risponde da queste pagine: «L’ipotesi di commissariamento non ha fondamento giuridico – dicono da Roma – Secondo la normativa vigente, il ministero dell’Istruzione può commissariare un ateneo esclusivamente per casi di dissesto finanziario». E non è questa la circostanza.
Il Rettorato è nel caos dopo che l’inchiesta Università bandita della procura di Catania ne ha decapitati i vertici. Il rettore Francesco Basile e i direttori di nove dipartimenti sono stati sospesi dall’esercizio delle proprie funzioni per volere dei magistrati di piazza Verga, che ipotizzano un’associazione a delinquere finalizzata a pilotare l’esito di una lunga serie di concorsi per i professori (ordinari o associati), che sarebbero stati organizzati in diverse occasioni sapendo in anticipo chi avrebbe dovuto vincerli. L’ultimo dei casi segnalati è quello che riguarda l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco e l’ex assessore alla Cultura Orazio Licandro, indagati assieme alla direttrice del dipartimento di Scienze umanistiche Marina Paino: Bianco sarebbe intervenuto per chiedere a Paino un posto da docente ordinario per Licandro. Il bando, in effetti, parte e si conclude: a ottobre 2018, Licandro – da unico candidato – vince la selezione e diventa docente di Diritto romano e diritti dell’antichità all’università di Catania.
Lo statuto dell’ateneo attualmente in vigore prevede che, nel caso in cui il rettore sia impossibilitato per qualche motivo a esercitare le sue funzioni, a sostituirlo intervenga il prorettore. Nel caso di cui si discute in questi giorni, però, sia il magnifico Francesco Basile sia il suo vice Giancarlo Magnano San Lio sono stati oggetto dei provvedimenti della magistratura. E se è vero che, secondo il regolamento elettorale, spetta al decano convocare le elezioni del nuovo rettore su mandato del senato accademico, è anche vero che la convocazione del senato accademico tocca esclusivamente al rettore o al prorettore. Per lo meno in base allo Statuto attualmente in vigore. È per questo che il decano si rifà, quindi, all’articolo 2 di un decreto luogotenenziale del 1944. Che attribuisce le funzioni del rettore al «professore più anziano del corpo accademico».
Per quanto datata, la norma esiste ed è a questa che si appella il decano per evitare l’immobilismo e sbloccare la situazione nei tempi più brevi possibili. Le candidature, nel frattempo, arrivano. Il professore Francesco Priolo (ordinario di Fisica della materia) si è fatto avanti in Consiglio di dipartimento ma non ufficialmente; Roberto Purrello, presidente della Scuola superiore di Catania, e Vittorio Calabrese hanno invece presentato la loro adesione alla corsa. Resta a guardare, per il momento, Maurizio Caserta, docente di Economia ed ex candidato sindaco (era il lontano 2013): ha sottoscritto anche lui il documento con il quale diverse decine di professori chiedono di rinviare le elezioni a un momento più consono.
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