«Facciamo una sottoscrizione tra i cittadini per riparare l’anfiteatro romano di Catania». Una semplice proposta quella dell’associazione Cittàinsieme, che arriva il 23 agosto, a tre mesi dalla chiusura di uno dei monumenti simbolo del centro storico del capoluogo etneo: l’anfiteatro di piazza Stesicoro. I resti di Catania vecchia – nome con cui viene spesso chiamato dai cittadini etnei il sito archeologico – sono inaccessibili per un banale problema al portico d’ingresso, un falso colonnato greco fatto erigere dall’amministrazione comunale in occasione dell’apertura del monumento, nel 1904. Le quattro colonne e l’architrave che fungono da ingresso si sono rivelate instabili già in passato. Riparata con un provvedimento urgente a ridosso della festa di sant’Agata del 2010, la struttura avrebbe avuto bisogno di un restauro definitivo, che però non è avvenuto. Da qui la decisione di chiudere nella stagione estiva il sito, suscitando la perplessità di visitatori, operatori turistici e gli stessi cittadini. «Ma il monumento riaprirà a breve, entro la prossima settimana. Martedì 28 ne parleremo in giunta regionale», annuncia il giorno dopo l’appello, il 24 agosto, l’assessore regionale ai Beni culturali Amleto Trigilio, che si è recato sul posto per un sopralluogo.
«I beni culturali sono nostri, e rimangono abbandonati per lincuria e il menefreghismo del governo regionale», denuncia nel proprio appello l’associazione cittadina, che fa esplicito riferimento a quanto scritto dalla giornalista Pinella Locata sul quotidiano La Sicilia: nell’articolo si parla di un bilancio per la manutenzione dei i beni culturali siciliani «di appena duemila euro». Un problema che non riguarda quindi il solo anfiteatro romano, ma tutti i monumenti siciliani. E l’assessore Trigilio ne approfitta per parlare anche del collegio dei Gesuiti in via Crociferi, ex sede dell’Istituto d’Arte che ormai da tre anni aspetta le opere di messa in sicurezza con fondi della protezione civile. «Abbiamo discusso del collegio dei Gesuiti con la Sovrintendenza di Catania, e presto sbloccheremo i fondi con l’Urega (Ufficio regionale per le gare d’appalto)», ha assicurato Trigilio.
«Negli anni ne ho viste tante, ma c’è sempre qualcosa che va oltre l’immaginazione: mi stupisco, perché continuo a stupirmi», dichiara Grazia Giurato, attivista per i diritti delle donne e storico membro dell’associazione Cittàinsieme, che è stata uno dei più fermi sostenitori dell’appello. «Il patrimonio culturale regionale è una risorsa che dovremmo trattare bene e nonostante l’ennesima dimostrazione che chi deve vigilare non vigila. Io spero che almeno questa volta ci sia qualcuno che paghi per la situazione attuale, assumendosi le proprie responsabilità», conclude l’attivista.
[Foto di Leandrociuffo]
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