Una piazza per Angelo D’Arrigo

“Hai parlato linguaggio d’amore a deserti e vulcani,
a chi ha piume e artigli.
Hai incarnato la libertà e il coraggio delle idee,
hai volato oltre confini e barriere.
Ora sei il sogno che si libra nel vento,
hai ali di nuvole nel cielo infinito”.

Poche righe bastano ad esprimere l’amore infinito e il ricordo indelebile di un uomo, padre, marito e sportivo: Angelo D’Arrigo. Queste parole, scritte per lui dalla moglie, rimarranno per sempre incise nella memoria di quanti, per curiosità, ammirazione o per pura casualità, si troveranno a passare nella piazza di Fiumefreddo. Per una cosa rimasta in sospeso (l’intestazione dell’aeroporto) altre invece vengono realizzate. Lo scorso fine settimana, infatti, il Comune di Fiumefreddo, il primo di tutta la provincia di Catania ad avere avuto tanta attenzione nei confronti di D’Arrigo, ha reso omaggio al recordman con l’intitolazione di una piazza di nuova realizzazione, progettata dall’architetto Giusi Giuffrida, nel quartiere Liberto.

All’inaugurazione della “piazza D’Arrigo” erano presenti, oltre al sindaco Sebastiano Nucifora e ai rappresentanti delle istituzioni, i familiari, prima fra tutti la moglie Laura Mancuso con i figli Gioela, Ivan e Gabriele, i membri della Fondazione Angelo D’Arrigo e gli amici dell’associazione Etna Volo. Insieme a loro c’erano tutti gli abitanti del luogo, riuniti in un unico commosso ricordo di quell’uomo che spesso hanno visto volteggiare proprio sopra le loro teste.

Visibilmente commossa, Laura ha tagliato insieme al sindaco il nastro che chiudeva la piazza, mentre nel cielo il figlio maggiore dell’Icaro catanese emulava i volteggi nell’aria del padre al comando di un deltaplano a motore ultraleggero.

«Angelo non c’è più – ha detto commossa la moglie – ma continua ad esistere nella mente e nei cuori della gente che lo ha conosciuto per le imprese che ha realizzato, e lo ha amato per quello che era e che rappresentava, ovvero un emblema di libertà e di sogni che si realizzano. Ma i suoi progetti erano proporzionati agli studi, le ricerche, la fatica impiegati per realizzarli. I suoi successi erano quindi ben lontani dall’essere gratuiti. Ci ha insegnato che bisogna avere fiducia in se stessi, che credere nella realizzazione dei propri sogni non è solo un diritto, ma un dovere per ciascuno di noi. Per non abbandonarci ad una vita abulica, senza progetti, senza desideri, senza speranze. Per non demandare il ruolo di protagonista all’intrattenimento mediocre che intorpidisce le menti. È questo il messaggio più importante per le nuove generazioni. L’onda di emozioni che ricevo ogni volta che ad Angelo viene riconosciuto un tributo è grande e perpetua. E io ne sono sempre felice».

Al centro della piazza è stato collocato un monumento scultoreo realizzato dallo scultore Carmelo Lizzio, raffigurante Angelo su un altorilievo che ne esalta il volo incarnando la metamorfosi che lo aveva avvicinato ai rapaci. Dalla piazza si vede l’Etna e il monumento è stato concepito e realizzato proprio affinché lo spettatore possa volgere contemporaneamente lo sguardo al bassorilievo e al monte, per poter vedere ancora una volta quell’estrema simbiosi tra l’uomo volante e la sua montagna, scenario di mille imprese. Un’ala spezzata invece simboleggia il frantumarsi di un sogno. Sul basamento della scultura bianca è stata incisa, con il colore rosso, la frase della moglie. Ai piedi è stata deposta una corona d’alloro.

«Oggi – ha aggiunto Laura – è un giorno speciale, lo testimonia la gente presente e la sensibilità di quest’amministrazione comunale che ha voluto rendere un tributo importante a mio marito».

C. N.

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