«Condanniamo nel modo più fermo la campagna di odio nei confronti degli ebrei e di Israele. Denunciamo l’alleanza tra il terrorismo islamico e le forze antisemite e anti-israeliane di destra e di sinistra». Queste parole, scritte sulla propria pagina Facebook da Magdi Cristiano Allam, giornalista e politico di Fratelli D’Italia – Alleanza nazionale, sono state riportate ieri mattina sulla pagina dell’Associazione nazionale partigiani di Catania. Scatenando subito le polemiche.
«Forse un hacker che ha preso il possesso della vostra pagina», commenta sul social network l’avvocato Goffredo D’Antona, uno dei tanti che oggi, leggendo il commento del giornalistaitalo-egiziano sulle scritte razziste nei confronti della comunità ebraica a Roma, ha stentato a credere che si trattasse proprio della pagina dei partigiani. Allam è infatti noto per le sue posizioni apertamente filo-israeliane e contrarie alla costituzione di uno Stato palestinese, in netto contrasto con quanto espresso, fino a pochi giorni fa, dall’Anpi nazionale. Che ha ribadito la condanna al conflitto, e la necessità di costituire una nuova entità statale palestinese
«Si è trattato solo di un errore nella pubblicazione del post. Un errore di premura, può succedere», spiega la presidentessa dell’Anpi Catania Santina Sconza, che ha anche pubblicato un messaggio di scuse sulla pagina Facebook dell’associazione partigiani etnea, dopo aver rimosso il post incriminato. «Noi siamo per due popoli e due Stati. Ma prendersela con il popolo israeliano con delle scritte razziste, popolo che sappiamo composto anche di tanti giovani che preferiscono il carcere piuttosto che partecipare alle operazioni militari, no è bello», racconta Sconza, cercando di spiegare il perché della condivisione di quel post.
«Invece di condividere un’altra cosa, con la premura ho condiviso questa. Il fatto è che non si può assolutamente condannare un intero popolo. Quello che sta facendo il governo israeliano è sbagliato. E come Anpi non possiamo permetterci il lusso di portare avanti il razzismo», afferma Sconza. Che, per ribadire la buona fede nella pubblicazione del post, ammette: «Di solito, anche quando si tratta di polemiche forti, non cancelliamo mai nulla dalla pagina. In questo caso andava fatto, obiettivamente», conclude.
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