Venerdì 1 settembre ho presentato nelle mani del Decano la candidatura alla carica di Rettore. Nei prossimi giorni potrete leggere il testo del Programma Un’altra Università è possibile, che non ha altra pretesa se non quella di trasmettere la mia tensione ideale rivolta agli interessi generali dell’Ateneo.
Adesso il confronto, serio e corretto, avvenga sui contenuti; libero e civile, come si conviene al luogo per eccellenza dell’alta cultura. Il modo con cui esso sarà condotto non è meno importante dei risultati, per l’esempio che siamo chiamati a dare ai nostri studenti, alle famiglie, alla società civile che ci guarda.
Non sono pochi nell’Ateneo coloro che la pensano come me. Non si può eleggere un Rettore sulla base di schieramenti precostituiti, di “cordate” accademiche, di promesse clientelari, di asfissianti e indebite pressioni dall’alto. Non si può ignorare il declino del nostro Ateneo. Non si può più fare a meno di quel prestigio scientifico e culturale, unito a idee programmatiche e a capacità gestionali, indispensabile per rilanciare l’autonomia dell’Università dai condizionamenti politici esterni e ricomporre l’unità di tutte le sue componenti all’indomani della scadenza elettorale.
La conferma ufficiale della mia candidatura corrisponde alla necessità di riaffermare questo metodo, sottraendosi alla logica duna nociva corrida tra blocchi contrapposti. Un pensatore a me caro, Amartya Sen, insegna che: “il significato e il valore delle elezioni dipendono in modo sostanziale dalla possibilità di una discussione pubblica aperta”. In quanto “governo attraverso la discussione”, la democrazia sidentifica con l’esistenza reale di un dibattito pubblico libero.
Chi mi darà l’onore del suo voto sa che esso non sarà sprecato: sarà un contributo determinante, oggi e in futuro, per una gestione equilibrata e rinnovata, nei metodi e nei contenuti, del nostro Ateneo.
Unaltra Università è possibile: iniziamo dal 21 settembre.
Antonio Pioletti
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