di Alberto Prestileo
Cambia l’avversario, cambia l’allenatore, non cambia, o quasi, il risultato. Il nuovo Palermo di Alberto Malesani, arrivato in settimana al posto di Gasperini, pareggia per 1-1 con il Pescara, terzultimo in classifica e quindi diretto concorrente per rimanere in serie A. I rosanero non ce la fanno ad interrompere il digiuno di vittorie, l’ultima risale addirittura al 24 Novembre, quando vinsero contro il Catania per 3-1. Da allora 6 sconfitte e 4 pareggi. Poco, troppo poco, per sperare di salvarsi.
Ma andiamo per ordine: il nuovo tecnico adotta uno schema nuovo rispetto al predecessore, schierando un 3-5-2 più difensivo, che vede Sorrentino tra i pali; Munoz, Von Bergen ed Aronica in difesa; Nelson, Rios, Donati, Barreto e Dossena a centrocampo; Fabbrini e Dybala in attacco. Gli abruzzesi di Cristiano Bergodi, rispondo con un 4-5-1; Perin in porta; Zenon, Bianchi, Cosic e Bocchetti i quattro difensori; Caprari, Blasi, D’Agostino, Rizzo e Celik formano la mediana; Caraglio unica punta.
Al fischio d’inizio, una notevole differenza accompagna la visione della partita rispetto alle domeniche precedenti: se con Gasperini, infatti, i rosa, fin dal primo minuto, lottavano per il gol, la squadra di Malesani sembra dormire, commettendo parecchi errori in fase d’impostazione e di disimpegno. Il Pescara, nei primi 10′ è praticamente padrone del campo, e ne approfitta stazionando stabilmente all’interno della metà campo avversaria. Donati, schierato per dare ordine, è il peggiore dei suoi, sbagliando anche appoggi elementari; per sua fortuna trova in Rios un eccelso mastino, capace di coprire e, se è il caso, attaccare. È proprio Rios che prova le prime conclusioni dei rosa, dando così la carica ai propri compagni. La partita si accende quando il Palermo capisce che può sfruttare la velocità e la tecnica di Fabbrini; i sicialiani cominciano a spingere con continuità verso la porta difesa da Perin ma, come troppe volte quest’anno, lasciano tanto spazio in difesa. Anche qui, però, Malesani è fortunato a trovare sempre pronto il monumentale Munoz, attento, reattivo e preciso ogni qual volta è chiamato in causa. La partita diventa divertente, ci sono molte ripartenze degli ospiti mentre i padroni di casa spingono soprattutto sulla fascia destra, dove trovano sempre Nelson.
Nonostante una certa vivacità il primo tempo non regala però delle vere occasioni da gol; una sola è degna di nota: a pochi secondi dalla doppi fischio, Fabbrini si libera bene di due avversari all’altezza della metà campo, continua la cavalcata solitaria fino alla trequarti, dove vede appena un po’ più defilato Dybala, solissimo. Servito alla perfezione, il giovane argentino controlla malissimo d’esterno sinistro, divorandosi l’occasione di portare in vantaggio i suoi.
La ripresa riprende con alcuni cambi da una parte e dall’altra: fondamentale, per i rosa, l’ingresso di Boselli e per gli abruzzesi quello di Bjarnason, risultato decisivo nei minuti successivi. L’attaccante islandese entra in campo intorno al 20′ della ripresa e ha giusto il tempo di ambientarsi prima di siglare il gol del vantaggio. Al 25′ il Pescara va in gol sfruttando alla perfezione il cross effettuato da D’Agostino su calcio piazzato. Colpendo di testa in mischia di Bjarnason e palla alle spalle di Sorrentino. Il vantaggio non è particolarmente meritato per gli ospiti, dimostratosi fin qui ampiamente alla portata del Palermo. A questo punto però, poca importa della reale differenza tra le due squadre, perché il Palermo deve recuperare e Malesani è quindi chiamato a fare delle scelte drastiche mentre il pubblico inferocito inveisce contro Zamparini. Al posto di Donati, pessimo per tutta la gara, a causa della sua distrazione, della mancanza di furore agonistico e di precisione subentra Jasmin Kurtic e lo sloveno entra fin da subito in partita, proponendosi molto bene in fase offensiva ed aiutando egregiamente i difensori. Il cambio, anche in questo caso, porta i suoi frutti, tanto che, a 10′ dalla fine, Fabbrini mette a segno il gol dell’1-1 suggerito da un buonissimo colpo di testa di Munoz, trovatosi in area in seguito ad un calcio d’angolo, e facendo così risorgere le speranze della tifoseria locale. Tutta la formazione del capoluogo siculo si scaraventa in attacco alla disperata ricerca del gol della vittoria; passano i minuti però ed il gol non arriva anzi, per poco Zauri non mette a segno il gol del nuovo sorpasso a pochi secondi dal triplice fischio.
1-1 è quindi il risultato ma tante, tantissime sono le occasioni sciupate dalla squadra del fischiato Zamparini ma, soprattutto, sono le prestazioni di alcuni giocatori a lasciare più d’una perplessità, tanto da far ritenere tardive alcune scelte del tecnico ex Siena.
La situazione per entrambe le squadre rimane però essenzialmente invariata, anche a causa degli altri risultati: il Palermo rimane così ultimo a pari merito col Siena a 18 punti, a sole 3 lunghezze dal Pescara e a 4 dal Genoa quartultimo in classifica ed obiettivo (miraggio?) dei rosa.
PALERMO PESCARA 1-1 (0-0)
PALERMO: Sorrentino; Muñoz, Von Bergen, Aronica; Nelson Tomar, Barreto, Donati (77 Kurtic), Arevalo Rios, Dossena; Dybala (58 Boselli), Fabbrini. A disposizione: Benussi, Brichetto, Garcia, Anselmo, Morganella, Viola, Faurlin, Sanseverino, Formica, Sperduti.Allenatore: Alberto Malesani
PESCARA: Perin; Zanon, Bianchi Arce, Cosic (46 Zauri), Bocchetti; Blasi, DAgostino, Blasi (78 Cascione); Caprari (65 Bjarnason), Caraglio, Celik. A disposizione: Pelizzoli, Savelloni, Balzano, Abbruscato, Vukusic. Allenatore: Cristiano Bergodi
Arbitro: Massimiliano Irrati di Pistoia
Assistenti: Gianluca Cariolato di Legnago e Fabiano Preti di Mantova Giudici di porta: Paolo Tagliavento di Terni e Claudio Gavillucci di Latina Quarto uomo: Giorgio Niccolai di Livorno
Reti: 73 Bjarnason (Pescara), 80 Fabbrini (Palermo)
Ammoniti: Barreto (Palermo); Blasi e Rizzo (Pescara)
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