È passato un anno, in politica un tempo lunghissimo. Del Nello Musumeci che arringava il popolo di Pontida, attaccando Bruxelles e riuscendo a trasformare i fischi in applausi, rimane un lontanissimo ricordo. Quest’anno il presidente della Regione siciliana sul prato sacro del Carroccio non c’è. Non invitato. E come lui non si vedrà alcun esponente di Diventeràbellissima. Mentre Musumeci sceglie si prendere a un’altra festa, quella dell’Udc a Fiuggi.
I siciliani alla festa leghista sono circa duecento, tra militanti, ammnistratori e l’unico deputato rimasto, Alessandro Pagano, dopo la fuoriuscita in polemica del messinese Carmelo Lo Monte. Meno numerosi volti della società civile rispetto alla spedizione del 2018. «L’appeal sugli imprenditori quando non sei al governo cala, è naturale», commenta un giovane attivista.
Ma a sentire la mancanza di Salvini al governo sarà anche Musumeci, rimasto senza un interlocutore a Roma, dove invece ritroverà, in un ruolo strategico (quello di viceministro alle Infrastrutture), il suo rivale numero uno: Giancarlo Cancelleri. Tempi duri per il governatore siciliano che nei giorni scorsi ha tracciato la strada: «Il centrodestra è condannato a stare insieme, siamo maggioranza nel Paese». Un obiettivo che comporta non rompere con la Lega, ma cercare di riportare Salvini al dialogo. Nell’isola, a maggior ragione, l’ipotesi di un patto federativo di Diventeràbellissima con la Lega al momento sembra raffreddata, a favore della creazione di un largo movimento di impronta sicilianista che riesca ad attrarre i centristi, anche quelli delusi dal patto tra Pd e Movimento 5 stelle.
Così a Pontida non c’è spazio per il presidente siciliano. E la sua assenza si è fatta notare ancora di più ieri mattina a Milano, dove Salvini – prima di spostarsi sul prato bergamasco – ha riunito gli amministratori locali della Lega insieme ai governatori del centrodestra. Tutti meno che Musumeci. Che nelle stesse ore ha scelto significativamente un altro palco: quello di Fiuggi, per la festa dell’Udc che aveva per slogan: «La forza della ragionevolezza». Parole che suonano lontane da quelle di Salvini. Da lì il presidente ha ribadito che «dovunque il centrodestra si presenti unito, vince. Abbiamo una responsabilità morale».
A Pontida – in un clima tra l’inizio di campagna elettorale e l’opposizione radicale – invece ci saranno altri governatori di centrodestra: oltre agli scontati Zaia, Fedriga, Fontana e Cirio della Lega, sul palco dovrebbero salite anche il ligure di Forza Italia Giovanni Toti, e il sardo Giovanni Solinas (del Partito d’Azione federato con la Lega).
A guidare la truppa siciliana sono invece l’assessore catanese Fabio Cantarella (alla sua sesta Pontida), il palermitano Igor Gelarda e il sindaco di Furci Siculo Matteo Francilia, commissario provinciale di Messina. Insieme a loro le due eurodeputate, la licatese Annalisa Tardino e la palermitana d’adozione Francesca Donato, così come l’ultimo deputato siciliano leghista rimasto Alessandro Pagano. Tra i sindaci quello di Motta Sant’Anastasia Anastasio Carrà. Molti militanti sono arrivati con due pullman – da Palermo e Agrigento – e in aereo.
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