Ugl Polizia a Pansa: “Cretini si sentono gli agenti che lavorano in condizioni precarie”

IL SINDACATO REPLICA AL CAPO DELLA POLIZIA CHE HA DATO DEL CRETINO ALL’AGENTE CHE HA CALPESTATO UNA MANIFESTANTE A ROMA IL 12 APRILE SCORSO

“E` impensabile che per commentare l`operato di un agente venga usata la parola `cretino`. Dal capo della Polizia ci saremo aspettati un`analisi più equilibrata dell`accaduto, come invece ha fatto il Prefetto di Roma”. E` quanto si legge in una lettera che il segretario nazionale dell`Ugl Polizia di Stato Valter Mazzetti ha inviato al Capo della Polizia Alessandro Pansa in merito agli scontri avvenuti nella Capitale.  Pansa aveva definito “un cretino” l’agente che aveva calpestato una manifestante caduta a terra.

“Nel ribadire il nostro pieno rispetto dei principi costituzionali e delle leggi e la nostra fiducia nell`accertamento delle responsabilità che compirà la magistratura – prosegue Mazzetti – ribadiamo che offendere pubblicamente un agente, che può anche aver sbagliato, significa non comprendere la frustrazione che vive ogni giorno la categoria. Quanto è avvenuto sarà ovviamente oggetto di verifica e accertamento, ma il Capo della Polizia deve ricordarsi che c`è sempre una dignità umana e professionale da rispettare. Abbiamo atteso inutilmente delle scuse da parte del Capo e ammettere di aver sbagliato non è dimostrazione di fragilità, semmai è una grande manifestazione di maturità e di intelligenza, la più alta forma di coraggio e di umiltà che caratterizza un Capo”.

“Non bisogna dimenticare che `cretini` si sentono i circa 94.000 i poliziotti che ogni giorno continuano a lavorare con sacrificio e impegno per tutelare la sicurezza di ogni cittadino, al di là del blocco delle retribuzioni in vigore da anni e aspettando il pagamento di straordinari e indennità arretrate. Tanti di loro operano lontano dalla famiglia, senza un alloggio a causa delle scarse risorse dell`amministrazione, attendendo invano l`avvio di concorsi interni per l`avanzamento di ruolo, vedendo così svalutata la propria professionalità. Per non parlare poi della lunga attesa per un riordino delle carriere che riconosca finalmente il ruolo sociale dei poliziotti che sembra non arrivare mai”.

“Tutti loro – conclude Mazzetti – continuano ad operare con impegno nonostante tutte le difficoltà e sarebbe sicuramente corretto, da parte del Capo di Polizia, riconoscere i tanti sacrifici e chiedere formalmente scusa per un giudizio troppo avventato che offende l`intera categoria”.

Redazione

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