UE ovvero l’Università Europea

Molti di noi hanno sicuramente idea di come funzioni il nostro caro sistema universitario italiano…uhm… ma forse vorrebbero anche sapere come funzioni altrove, dai nostri vicini di casa europei. Ecco allora alcuni spunti presi qua e là da amici stranieri universitari.                    
Austria:
Molto simile al modello italiano su certi aspetti. L’iscrizione è libera e lo studente può organizzare un piano di studi individuale in cui scegliere le materie da seguire. Il percorso formativo è scandito da 2 cicli: il primo ciclo è il biennio di base, il secondo è di specializzazione. Per accedere al secondo ciclo gli studenti, dopo aver superato tutti gli esami del primo ciclo, devono sostenere un Erste Diplomprùfung(esame di diploma) e, dopo aver superato gli esami relativi al secondo ciclo, un Zweite Diplomprùfung. Infine si prepara un Diplomarbeit (l’equivalente della nostra tesi di laurea). È da evidenziare che durante il primo ciclo non si possono effettuare passaggi di corsi di laurea o intraprendere viaggi di studi offerti da progetti di scambio quali l’erasmus ma solo dopo i primi 2 anni di studi.                                                            
Francia:
In Francia, l’organizzazione degli studi è molto diversa rispetto all’Italia, anche se la recente riforma dei cicli universitari intrapresa su scala europea sta riducendo le distanze. Salvo casi particolari, in Francia il percorso accademico è da tempo costituito da tre cicli e l’iscrizione all’università è libera. L’università non può quindi controllare i flussi di ingresso. Se il numero dei candidati eccede le “capacità di ricezione” di un’istituzione universitaria, le iscrizioni sono decise in base a criteri oggettivi (ad esempio, la residenza). Il sistema universitario francese propone soprattutto formazioni di lunga durata, collegate con la ricerca.
Primo ciclo: Si chiama DEUG (Diplôme d’Études Universitaires Générales) e comprende i primi 2 anni. Gli insegnamenti impartiti si dividono in 3 gruppi principali: scienze e tecnologia; lettere e scienze umane; diritto, scienze politiche, economia e amministrazione. C’è anche la possibilità di iscriversi al DEUG STAPS (Sciences et techniques des activités physiques et sportives -una specie di ISEF) o ad un DEUG di teologia, con specializzazione in teologia cattolica e protestante. Secondo ciclo: Corrisponde al terzo(licence) e al quarto anno(maîtrise). La maîtrise coincide con la laurea italiana, secondo il vecchio ordinamento, e comporta la redazione di un mémoire de maîtrise (tesi di laurea) di circa 70 pagine. Questo ciclo comprende corsi di laurea di tipo tradizionale, come matematica, filosofia, lettere, lingue, storia(le filières générales). Le filières professionnalisées, ad orientamento tecnico-pratico, molto selettive, comportano una prova di ammissione. Da non dimenticare gli IUP (Instituts Universitaires Professionnalisés) ed il magistère (formazione di 3 anni, equivale ad un Master di specializzazione). Terzo ciclo: Si articola in 2 fasi : DESS per l’orientamento professionale o DEA per l’accesso alla ricerca. Il DESS (Diplôme d’Études Supérieures Spécialisées) consiste in un anno di preparazione (a volte 2, a libera scelta dello studente) con orientamento professionale. Il DEA (Diplôme d’Études Approfondies) consente l’accesso alla ricerca (ci sarebbe molto da dire ma mi limito a questo). Contrariamente a quanto avviene in Italia, chiunque, con un buon curriculum, ha accesso al DEA e al dottorato, senza un concorso d’ingresso e senza necessariamente usufruire di una borsa di studio. In media la durata del dottorato di ricerca è di 4 anni. Chi desidera inserirsi presto nel mondo del lavoro, può seguire un percorso breve, universitario o parauniversitario (non entro nei dettagli per prolissità e complicatezza). Le lezioni: La frequenza alle lezioni è obbligatoria. Vi sono 2 tipi di corsi, come nelle università italiane: i corsi istituzionali e le esercitazioni[travaux pratiques (TP) per le facoltà scientifiche, perché in genere comportano attività di laboratorio, e travaux dirigés (TD) per le altre facoltà]. Gli esami: Il metodo francese ricorda molto le scuole superiori. Gli studenti vengono guidati in ogni fase del loro percorso di studi, secondo un sistema di compiti in classe e di esami alla fine dell’anno. Le date sono inderogabili. Alla fine dell’anno, è necessario avere la sufficienza nella maggior parte delle materie per poter accedere all’anno successivo. Se si è stati bocciati ad un esame, ci si può sottoporre ad una prova di recupero a settembre (session de rattrapage). L’iscrizione al DEUG per più di due volte non è consentita in caso di bocciatura. Anche in Francia si sta introducendo il sistema dei crediti formativi (ECTS). L’apprendimento viene valutato in più fasi: attraverso verifiche parziali (contrôle continu) che contano per il 50% del voto complessivo e attraverso un esame globale, alla fine dell’anno o del semestre(contrôle final), per il 50% restante. Gli esami francesi, per lo più scritti, sono a volte basati solo sugli appunti presi a lezione. In generale i voti sono calcolati in ventesimi, ma i più alti restano inutilizzati(per es, un 16/20 potrebbe corrispondere al nostro 30). L’exposé e la dissertation: Per riuscire nel proprio percorso universitario in Francia, soprattutto nelle facoltà umanistiche, è necessario comprendere il funzionamento di due esercizi fondamentali, il primo orale (l’exposé) ed il secondo scritto (dissertation). Ciò che conta è la costruzione del discorso secondo una precisa argomentazione(mi fermo qui x lunghezza e complicazione). I costi d’iscrizione: sono decisamente più modesti rispetto a quelli italiani. Bisogna calcolare una base di 140 € annuali per i primi 2 cicli, cui si aggiungono altre piccole spese variabili da università a università (per es, per la biblioteca), per un totale che si aggira intorno ai 200 €. Il terzo ciclo, ovvero il dottorato, è un po’ più costoso(da 220 € a 300 € annuali). Nell’università privata i prezzi possono lievitare fino a diverse centinaia di euro.                                                                        
Germania:
L’università pubblica tedesca ha una durata media di circa 4 anni e mezzo. Per accedervi occorre un Numerus Clausus vale a dire voto del diploma finale necessario per ottenere un posto sicuro all’interno di un corso(punteggio varia da un massimo di 1 ad un minimo di 6). Da precisare che ogni ateneo fa capo al proprio Lànder(regione). Le lezione sono divise in 2 semestri e gli esami hanno natura scritta. Bisogna dire anche che gli studenti uscenti da un liceo possono scegliere di iscriversi normalmente all’università o alla FachhochSchule, una sorta di accademia con caratteristiche sostanzialmente identiche all’università. I contributi sono medio-bassi e dipendono da regione e città. In media i contributi per spese amministrative burocratiche che si pagano ogni 6 mesi possono oscillare da un minimo di 20€ ad un massimo di 250€ circa(le spese coprono biglietti x il trasporto pubblico, alloggio, pasto mensa, anche mantenimento di un garage x riparazione di biciclette). Vengono erogate borse di studio(Bafòg), che in realtà sono dei prestiti che devono essere restituiti entro un tot di tempo (di solito senza interessi).                                                                                  
Irlanda:
Esistono università pubbliche e private. Si paga una quota d’iscrizione e annuale di circa 200/300 € a seconda della facoltà (servono per coprire spese amministrative).
Non esiste un piano di studi individuale ma uno schema di insegnamenti predefinito. Il tutto è strutturato come una scuola superiore. La durata è di circa 4 anni. Le lezioni hanno durata semestrale o trimestrale a seconda dei corsi. Dopo si hanno circa 2 settimane di tempo per poter preparare le materie per avviarsi all’esame che comprende il superamento di tutte le materie (i primi esami possono avvenire a dicembre poco prima delle festività). Se non si passano alcuni esami c’è la possibilità di ripeterli una sola volta in più. Il punteggio si misura in percentuale: il minimo corrisponde al 40% e il massimo dovrebbe arrivare al 100% ma non si arriva pressoché mai a tale votazione. Per la valutazione finale di laurea si fa la media dei voti dell’ultimo anno e comunque non esiste la stesura di una tesi finale. Può esserci semmai una tesina che viene elaborata al terzo anno e che può influire sul voto finale con o senza superamento della stessa. Bisogna anche dire che la cernita della facoltà universitaria è “manovrata” dal punteggio finale che si ottiene nella secondary school. Si hanno cosi’ 4 risultati finali che orientano tale scelta: la 1:1(first class honours) equivale al massimo da 70% in su, la 2:1(second class honours), la 2:2(third class honours) e la 3:1(pass) cioè il minimo risultato di circa 40%. A seconda di questi ultimi si può appurare una scelta più libera o più vincolante.                
Spagna:
Nel caso spagnolo esiste una Selectividad, un esame di ingresso ai corsi universitari che avviene circa a giugno-luglio. Si tengono in considerazione il voto del diploma e il punteggio ottenuto a questo test. Ogni facoltà fissa una soglia di superamento per l’accesso variabile da corso a corso. Anche in Spagna sono entrati in vigore i CFU(crediti formativi universitari). Se uno studente esegue un eccellente esame (tutti scritti) può ottenere un Curricula ad Honor e tramite questo viene esentato dal pagamento della tassa. In genere nelle facoltà alla fine dei corsi non viene elaborata una tesi di laurea, tranne magari in quelle facoltà che richiedono lavori e laboratori pratici come medicina o ingegneria.

Alessandro Mansueto

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