UDINE– E’ quasi giunta al termine la manifestazione intitolata “Udine capitale della guerra, Udine capitale della pace”, (24- 29 Maggio 2005) promossa per riportare in vita, attraverso una serie di dibattiti, conferenze, proiezioni cinematografiche, i novanta anni che ci separano dal giorno in cui il Regno d’Italia decise di prendere parte al primo conflitto mondiale.
Una guerra che si rivelò devastante, che provocò milioni di morti, che inflisse a questa città ferite profonde, trasformandola da cittadina di provincia a capitale della guerra: nei suoi palazzi si stabilì infatti l’alto comando che fin dalla battaglia di Caporetto avrebbe diretto tutte le operazioni del fronte orientale.
Ho avuto la possibilità di seguire in questi giorni alcuni degli incontri che hanno caratterizzato il percorso volto a ricordare quegli anni difficili, parte integrante della memoria della città e dei suoi cittadini più anziani, ma soprattutto rivolta, per non dimenticare, anche alle nuove generazioni.
Si è cominciato il 24 Maggio, nell’ambito della conferenza “Raccontare la guerra, vivere i conflitti” dove è stata evidenziata la necessità del racconto delle vicende della guerra come primo passo per una riflessione sull’umanità, sulla storia, sui conflitti che ancora devastano il mondo; il giorno successivo, in una serata un po’ diversa dai toni ufficiali che solitamente accompagnano le conferenze, il pubblico si è calato nell’atmosfera de “La guerra vista dal basso fra canzoni pro e contro”, mentre un coro faceva rivivere l’epica dei canti patriottici, di guerra e di battaglia ai quali facevano da contraltare i canti contro la guerra che i soldati composero nelle trincee di ogni fronte.
Ieri, 27 maggio, è stato probabilmente il giorno che ha suscitato più emozione tra il pubblico nell’affollata chiesa di San Francesco, dove si è assistito alla consegna della laurea ad honorem in Storia a Mario Monicelli conferita dall’università degli studi di Udine per il suo lavoro e le sue indubitabili doti artistiche, per aver saputo leggere la storia d’Italia con occhi disincantati e profondi trasmettendo il senso più alto di una grande sensibilità artistica e politica.
Quest’oggi infine, la città si trasformerà in un set cinematografico con installazioni, animazioni in costume, scenografie d’epoca, mentre stasera il regista presenzierà alla proiezione di uno dei suoi capolavori “La grande guerra“, con gli indimenticabili Gassman e Sordi, regalando una lezione sul cinema del Novecento a tutti i presenti.
Complessivamente ritengo che l’iniziativa sia stata di grande interesse, non solo per gli studenti e gli appassionati di Storia, ma per un pubblico più vasto, catturato da una prospettiva diversa del “fare storia“: le conferenze accompagnate da proiezioni cinematografiche, la capacità di cogliere aspetti solitamente trascurati dalle grandi manifestazioni, la presenza di ospiti di alto livello culturale ( non solo Monicelli, ma anche Moni Ovadia), hanno coinvolto la cittadinanza, dimostrando che Udine non è solo, per fortuna, la città di Friuli Doc o della Fiera della Birra.
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