Twilight singers – a stitch in time (2006, One Little Indian)

TRACKLIST:

1 Live With Me
2 Sublime
3 Flashback
4 They Ride
5 The Lure Would Prove Too Much

E’ prima di tutto una profonda amicizia quella che lega Greg e Mark, fin da quando, a cavallo fra gli anni ottanta ed i novanta, contribuivano in modo determinante, ad infiammare un decennio alla guida delle loro rispettive band.

Greg e Mark si erano ripromessi che avrebbero lavorato insieme, prima o poi. Il loro è adesso – a dire il vero già da qualche anno – uno dei sodalizi artistici fra i più alti, qualitativamente parlando, che il panorama alt-rock mondiale annoveri.

Greg Dulli ha sciolto gli Afghan Whigs, ha messo in piedi i Twilight Singers ed incasella perle ad ogni uscita discografica. Su Mark Lanegan c’è poco da dire: i retaggi degli Screaming Trees hanno fatto largo, nel corso degli anni, ad un songwriter di primissimo livello, degno erede della migliore tradizione cantautoriale statunitense (Johnny Cash, Tom Waits, etc.).

I due si ritrovano spesso in sala di registrazione, fra un impegno di Greg coi nostrani Afterhours ed un altro di Mark con Queens Of The Stone Age o Isobel Campbell, pronti a regalarci gemme da custodire gelosamente, sia con i The Gutter Twins (progetto in cui confluiscono entrambi) che con la nuova band di Dulli, non importa.

L’ultima di queste gemme in ordine di tempo è A Stitch In Time, un lp di cinque tracce che dà solo un piccolo assaggio di quello di cui sono capaci Greg e Mark quando si esibiscono sullo stesso palco, fianco a fianco, cosa che ultimamente avviene con una certa frequenza in giro per il globo.

Cinque brani si diceva: il primo, Live With Me, è una cover dei Massive Attack che, spogliata degli inserti trip-hop marchio di fabbrica della band di Bristol, si adatta alla perfezione alle corde dei nostri. Lanegan dà il via con la sua voce cavernosa, poi è la volta di Dulli e poi insieme nel ritornello, dove i due si “rincorrono” senza trovarsi fino a fine pezzo. La seconda traccia, Sublime, vede invece la collaborazione di Dulli con Joseph Arthur, poliedrico ed eclettico artista che dà un personalissimo tocco al pezzo. In Flashback ritorna Lanegan, altra cover, questa volta dei Fat Freddy’s Drop. Reminescenze degli Afghan Whigs si rifanno prepotentemente vive in They Ride, e non soltanto per l’accreditato apporto fornito da Rick McCollum, chitarra dell’ex band di Dulli. Chiude l’ep l’inedita The Lure Would Prove Too Much.

Comprensibilmente pubblicato a nome Twilight Singers (in fin dei conti Lanegan timbra soltanto due dei cinque brani), “A Stitch In Time” altro non è se non l’ennesima testimonianza di un talento immenso, tangibile, il talento di Greg e Mark.

Emanuele Brunetto

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