Decine di roghi che hanno trasformato la vallata di Troina in un inferno di fumo e fiamme, visibili anche a decine e decine di chilometri di distanza. I roghi, la cui matrice è con ogni probabilità dolosa, tengono con il fiato sospeso da questa mattina tutta l’area dei monti Nebrodi e della provincia di Enna. I terreni interessati, alcuni dei quali impervi, rendono difficili le operazioni di spegnimento. A questo si è aggiunto anche un forte vento. Sono già centinaia gli ettari di terreno andati in fumo e diverse le aziende agricole dell’area totalmente distrutte.
Le fiamme nel pomeriggio si sono spinte nella zona del fiume Troina. Il sindaco Fabio Venezia ha chiesto all’Enel di riversare l’acqua della centrale idroelettrica di Radicone per bagnare il letto del fiume. L’obiettivo è quello di evitare che le fiamme possano oltrepassare il corso d’acqua minacciando la cittadine ennese. «C’è uno scenario apocalittico», scrive il primo cittadino sulla sua pagina Facebook. A lavoro, oltre ai vigili del fuoco di diversi distaccamenti, ci sono il corpo Forestale, la Protezione civile e diversi volontari. Dall’alto il supporto di elicotteri e canadair.
Intorno alle 23 il sindaco ha cercato di rassicurare la popolazione annunciando che le fiamme sono state bloccate oltre il fiume. «Il centro abitato per il momento è in sicurezza», scrive. Secondo i dati diffusi in serata dalla Protezione civile regionale sono ancora 11 i fronti del fuoco ancora attivi nell’Isola. Nella giornata di oggi gli incendi sono stati 34. Nel territorio di Troina si è recato anche il dirigente regionale Salvatore Cocina.
Domani mattina, a partire dalle 9.30 e su richiesta del presidente della Regione Nello Musumeci, si riunirà l’unità di crisi della Protezione civile, presieduta dal capo dipartimento Fabrizio Curcio.
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