Un documento politico di otto punti per fugare tutte le perplessità emerse nei giorni scorsi. Per far sapere all’universo mondo (politico, ovviamente) che nel Pdl siciliano non c’è alcuna divisione rispetto all’alleanza con il Pid. E che il progetto di un centrodestra siciliano unito – dopo le divisioni degli ultimi anni – interessa tutti i protagonisti di questo schieramento politico.
Questo, in sintesi, il ‘succo’ dell’incontro andato in scena questo pomeriggio tra i vertici del Pdl siciliano. Al tavolo, il coordinatore regionale del Partito, Giuseppe Castiglione, e i parlamentari di Sala d’Ercole – ovviamente, sempre del Pdl – Innocenzo Leontini, Nino Bennati, Edoardo Leanza e Fabio Mancuso.
Un incontro chiarificatore, quello di oggi. Visto che nei giorni scorsi questi quattro parlamentari (che, in realtà sono più di quattro), dando vita a un’alleanza strategica con i Popolari dell’Italia di domani (Pid è l’acronimo), avevano lasciato pensare a una sorta di ‘fuga in avanti’ rispetto a un Pdl siciliano ‘ufficiale’ un po’ freddo.
Con molta probabilità, i malintesi non sono mancati. Ma, adesso, tutto sembra chiarito.
Si legge, infatti, nel documento stilato alla fine dell’incontro: “Un approfondito e proficuo confronto tra il coordinatore regionale del Pdl, on. Castiglione e i quattro deputati allArs, il capogruppo Leontini con Beninati, Leanza e Mancuso, è valso a ristabilire il significato positivo delle azioni condotte dal capogruppo e dagli altri deputati”.
Insomma: quella di Leontini e compagni non è stata una ‘fuga in avanti’ o, peggio, un’azione politica in contrapposizione con il Pdl regionale. Al contrario, è stata un’azione positiva.
“In particolare – si legge sempre nel documento – lincontro ha focalizzato i seguenti aspetti:
“1) Le iniziative del capogruppo Leontini e dei deputati Beninati, Leanza e Mancuso – recita il documento – sono state e sono ispirate da una inequivocabile finalità positiva: quella di allargare la coalizione, recuperare interlocuzioni perdute, lavorare nel partito, senza scissionismi o rotture, a un progetto di ricostruzione di un fronte più aperto, anche superando, se necessario, in modo concorde con il coordinamento regionale, il limite delle sigle per la costituzione di nuove liste. I fondamenti sono lunicità e lurgenza della situazione siciliana, che non possono essere affrontate solo come conseguenza della evoluzione dei rapporti e della politica nazionali”.
Questo è un passaggio importante. Ciò significa che il quadro politico nazionale, oggi particolarmente ‘rigido’, non influenzerà le scelte che il Pdl siciliano potrà adottare, anche a breve.
“2) Lopposizione al Governo Lombardo – si legge sempre nel documento – dovrà attuarsi, fino al giorno delle dimissioni del Presidente, in tutte le forme e modalità, anche attraverso laffondo finale di una mozione di sfiducia che dimostri lassenza di una maggioranza in Ars e, quindi, il definitivo fallimento del ribaltone”.
Questo secondo punto potrebbe significare che, là dove dovesse emergere una mozione di sfiducia al Governo Lombardo, il gruppo parlamentare del Pdl all’Ars sarebbe pronto a votarla.
“3) Il sostegno pieno del Pdl alla candidatura dellon. Alfano a Presidente del Consiglio, attraverso le primarie. Unoccasione storica per una svolta nel Paese, sensibile alle novità, ai problemi del Sud e della Sicilia, al desiderio di capacità, discontinuità ed onestà”.
In questo passaggio il Pdl siciliano, nonostante la pesante sconfitta del Partito (e di Alfano) alle elezioni amministrative , riconferma la piena fiducia all’attuale coordinatore nazionale del Pdl. Una presa di distanza da Berlusconi, che ha più voolte criticato Alfano?
“4) Il popolo siciliano ha bisogno di vivere meglio; cioè di un nuovo Governo regionale.
“5) È necessario proseguire sulla strada della partecipazione, di congressi aperti, per un rinnovamento del partito e per una eliminazione dei verticismi. È fondamentale, al riguardo, la modifica della legge elettorale nazionale che ridia agli elettori la facoltà di scegliere i propri rappresentanti”.
Anche questo è un passaggio importante. Significa che il gruppo dirigente siciliano del Pdl rinnega il cosiddetto ‘Porcellum’, ovvero la legge elettorale che ha consentito fino ad oggi alle segreterie nazionali dei partiti di mandare al parlamento nazionale i propri ‘camerieri’ grazie alle liste bloccate. Adesso ilpdl siciliano vorrebbe ridare la parola agli elettori, cioè abolire le liste bloccate, consentendo all crpo elettorale di scegliere i propri rappresentanti.
“6) Anche in Sicilia, come a livello nazionale – si legge sempre nel documento – si potranno utilizzare le primarie per un ampio coinvolgimento popolare nella scelta del candidato alla Presidenza della Regione.
7) Nel Pdl siciliano non è in discussione lunità. Sappiamo che il popolo siciliano vuole progetti unitari. Sono in discussione i contenuti e i modi. Non ci sono state infrazioni né a linee politiche, né a precedenti decisioni. Le ultime amministrative, con le loro estemporanee soluzioni, impongono unazione più intensa, un respiro più ampio”.
In questo passaggio c’è una critica, neanche troppo velata, alla gestione delle elezioni amministrative.
Quindi la parte finale del documento, la più ‘politico-programmatica’: “8) LImu ai Comuni e i crediti alle imprese, nonostante Monti, i fondi europei allagricoltura e al turismo, nonostante Lombardo, un impegno per gli enti locali in agonia e una lotta per il Sud e la Sicilia: sono alcuni dei temi che la nostre comunità pretendono di affrontare per primi. Senza le alchimie della politica. Basta dimostrarlo”.
La riunificazione del centrodestra siciliano, con il documento di oggi, fa un altro passo in avanti. Va ricordato che della partita fanno parte Grande Sud di Gianfranco Miccichè e vari parlamentari che provengono da varie esperienze politiche, compresi alcuni esponenti dell’Mpa di Lombardo.
Di fatto, anche un monito per un centrosinistra siciliano ancora diviso, dopo le scelte politicamente ‘demenziali’ del Pd alle elezioni comunali di Palermo.
Foto di Giuseppe Castiglione tratta da sudpress.it
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