Tutti i Comuni che dovranno esportare rifiuti fuori Sicilia Pogliese, De Luca e Orlando a rischio commissariamento

Se non una punizione, è senz’altro un avvertimento. È quello rivolto dalla Regione in particolar modo ai sindaci delle tre città metropolitane e di altri tre capoluoghi, ovvero – se si esclude il caso di Leoluca Orlando – a cinque neo-primi cittadini, che nel giro di pochi mesi potrebbero trovarsi davanti allo spauracchio di un commissariamento, qualora non dovessero attenersi alle prescrizioni della Regione in merito alla spedizione dei rifiuti all’estero. La misura estrema riguarda quei Comuni che non sono ancora riusciti a superare la soglia del 30 per cento di differenziata, in un’epoca in cui norme alla mano si sarebbe dovuto essere già sopra il 65 per cento da tre anni.

La spedizione fuori i confini isolani, che fino a pochi mesi fa era considerata poco più di una provocazione da fonti interne allo stesso assessorato regionale ai Rifiuti, è diventata una necessità a cui non ci si potrà sottrarre. Il messaggio è chiaro ed è contenuto nelle note ricevute nei giorni scorsi dai circa 140 uffici, cioè più di un terzo dei Comuni siciliani. «È evidente che la presenza di amministrazioni comunali non in grado di smaltire, con la raccolta differenziata e o con il trasporto fuori regione, almeno il 30 per cento del rifiuto totale prodotto – si legge nella comunicazione a firma del dirigente generale Salvatore Cocina – espone la comunità al’intollerabile rischio di grave danno per l’igiene e la sanità pubblica e impone conseguentemente all’amministrazione regionale di dichiarare la decadenza degli organi e di commissariare gli enti che avessero causato tale grave pericolo».

I sindaci che si adegueranno saranno chiamati entro il 31 luglio a trasmettere agli uffici regionali i contratti stipulati con una delle quattro società che hanno risposto alla manifestazione di interesse dalla Regione. Il carico che dovrà lasciare la Sicilia sarà pari al risultato della sottrazione tra il 30 per cento di differenziata – individuata come soglia minima per essere esentati dalla spedizione – e la percentuale realmente registrata. Come punto di riferimento sarà preso il dato riguardante ottobre 2017, con il servizio che dovrà essere espletato a partire dall’1 ottobre di quest’anno.

A essere maggiormente sotto pressione sono dunque le amministrazioni comunali di Palermo, Catania, Messina, Siracusa, Ragusa e Trapani. Per Orlando e i neoeletti Salvo Pogliese, Cateno De Luca, Francesco Italia, Giuseppe Cassì e Giacomo Tranchida saranno due settimane delicatissime, con gli uffici comunali che dovranno produrre gli atti utili a evitare l’avvio della procedura di commissariamento. Gli stessi, infatti, guidano i Comuni che per dimensioni e negligenza saranno chiamati dalle spedizioni più importanti in termini di quantitativi. Tonnellate di rifiuti in eccesso che si tradurranno, come specificato dalla Regione, in un aumento delle tasse per i cittadini. «Il trasferimento resta a carico dei soggetti normativamente competenti e cioè i Comuni. I maggiori costi di smaltimento non potranno che gravare sulla tassa di smaltimento rifiuti localmente applicata e che i suddetti Comuni riscuotono», si legge nella nota inviata agli enti locali.

Tuttavia c’è anche chi potrebbe scamparla pur non essendo perfettamente in regola. Tale concessione risponde alla volontà della Regione di volere applicare il diktat «in modo ragionevole ed equilibrato» e riguarderà i casi in cui un Comune a giugno 2018 ha avuto una raccolta di poco inferiore al 30 per cento (non è quantificato il concetto di poco, ndr) o quelli in cui tale obiettivo «risulta ragionevolmente conseguibile nel mese di luglio». In entrambe le situazioni i Comuni saranno esentati dall’invio all’estero. Nell’ipotesi, invece, di un Comune sotto procedura di commissariamento ma capace di raggiungere il 30 per cento entro il prossimo ottobre, l’iter verrebbe sospeso. Non dovranno temere nulla anche quei Comuni che nella prima parte del 2018 hanno raggiunto stabilmente il 30 per cento e che «accidentalmente» negli utlimi mesi siano finiti sotto la soglia.

Per capire come risponderanno i Comuni bisognerà attendere la fine del mese. Nei giorni scorsi ad alzare la voce era stato il primo cittadino di Palermo: «Una ordinanza che oltre contiene diversi profili di illegittimità: basti pensare al fatto che viene chiesto ai Comuni di procedere in soli 15 giorni, in evidente violazione della normativa sugli appalti e quella anticorruzione, alla stipula di contratti per milioni di euro in un quadro del tutto incerto e poco trasparente», ha detto Leoluca Orlando, annunciando di essere pronto a fare ricorso.

Questi i Comuni che, al momento (dati a maggio 2018), dovrebbero siglare i contratti per portare i rifiuti fuori dalla Sicilia:

Provincia di Agrigento: Burgio, Camastra, Campobello di Licata, Canicattì, Favara, Lampedusa e Linosa, Licata, Naro, Palma di Montechiaro, Ravanusa.
Provincia di Caltanissetta: Bompensiere, Marianopoli, Resuttano, Santa Caterina Villarmosa (Il sindaco del Comune di Santa Caterina di Villarmosa, Antonio Fiaccato, precisa che il nuovo dato di giugno, e ancora più quello di luglio, certificano una percentuale di differenziata superiore al 30 per cento, e quindi rispondente agli standard chiesti dalla Regione, «in particolare a giugno è del 37%, nelle prime settimane di luglio al 42%»)
Provincia di Catania: Acireale, Castel di ludica, Castiglione di Sicilia, Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Maniace, Randazzo, Tremestieri Etneo, Valverde.

Provincia di Enna: Aidone, Assoro, Barrafranca, Calascibetta, Cerami, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nissoria, Pietraperzia, Sperlinga, Troina, Valguarnera Caropepe, Villarosa.
Provincia di Messina: Alì, Alì Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Capizzi, Casalvecchio Siculo, Castelmola, Cesarò, Condrò, Fiumedinisi, Forza d’Agrò, Francavilla di Sicilia, Furci Siculo, Galati Mamertino, Gallodoro, Giardini Naxos, Gioiosa Marea, Graniti, Letojanni, Lipari, Malvagna, Merì, Messina, Militello Rosmarino, Mojo Alcantara, Monforte San Giorgio, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Motta Camastra, Nizza di Sicilia, Pagliara, Patti, Raccuja, Roccella Valdemone, Santa Domenica Vittoria, Santa Marina Salina, Sant’Agata di Militello, Taormina, Tortorici, Valdina.
Provincia di Palermo: Alia, Altavilla Milicia, Bagheria, Blufi, Bolognetta, Bompietro, Campofelice di Roccella, Capaci, Casteldaccia, Castellana Sicula, Castronovo di Sicilia, Cefalà Diana, Cefalù, Ciminna, Corleone, Ficarazzi, Gangi, Geraci Siculo, Godrano, Misilmeri, Monreale, Palermo, Petralia Soprana, Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Roccamena, Roccapalumba, San Mauro Castelverde, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Sciara, Termini Imerese, Torretta, Ustica, Vicari.
Provincia di Ragusa: Chiaramonte Gulfì, Giarratana, Modica, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Scicli.
Provincia di Siracusa: Buccheri, Carlentini, Floridia, Francofonte, Lentini, Melilli, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa.
Provincia di Trapani: Castelvetrano, Favignana, Mazara del Vallo, San Vito Lo Capo, Trapani.

*Il Comune di Lentini ha inviato un’autocertificazione all’ufficio speciale per la raccolta differenziata, indicando il dato aggiornato a giugno che arriva al 30,69 per cento, percentuale che eviterebbe al Comune siracusano di siglare il contratto per l’invio fuori Sicilia dei rifiuti.

**Il Comune di Trabia, nel Palermitano, ha inviato un’autocertificazione all’ufficio speciale per la raccolta differenziata, indicando il dato aggiornato a maggio 2018 che arriva al 43,54 per cento. A giugno 2018, il dato sale al 44,83 per cento, percentuale che eviterebbe al Comune palermitano di siglare il contratto per l’invio fuori Sicilia dei rifiuti.

Simone Olivelli

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