«Chiediamo scusa ai tifosi, non si possono disputare partite del genere». Le parole pronunciate nell’immediato post-gara dal capitano Francesco De Rose danno l’esatta misura della sconfitta rimediata oggi dal Palermo sul campo della Turris nella nona giornata del girone C del campionato di serie C. Un ko per 3-0 senza attenuanti per una squadra piatta e senza mordente. «Abbiamo fatto una brutta figura (il termine usato dal centrocampista è molto più colorito, ndr). Una sconfitta bruttissima che non deve assolutamente ripetersi. L’unica cosa che dobbiamo fare adesso – ammette – è stare in silenzio e concentrarci subito sulla prossima gara in programma mercoledì. Se c’è una ricetta per venirne fuori? Lavorare, stare sul pezzo e magari, se serve, andare anche a muso duro con un compagno per fargli capire che certe cose non vanno fatte».
I rosanero, ancora a caccia del primo successo in trasferta in questo campionato, avrebbero dovuto dare riposte importanti in termini di continuità dopo la vittoria convincente ottenuta al Barbera contro il Foggia. E invece la squadra ha fallito completamente questo nuovo test di maturità: «È vero – va avanti De Rose – che con la prestazione di oggi abbiamo cancellato le cose buone viste contro il Foggia ma ciò non deve modificare il nostro Dna. Siamo forti e dobbiamo continuare a lottare facendo il possibile per puntare in alto».
Ricordate Penelope? La figura della mitologia greca che disfaceva di notte la tela che costruiva durante il giorno. L’analogia con il Palermo è sancita dai risultati: fuori casa i siciliani continuano a vanificare il buon lavoro che portano avanti al Barbera. E una squadra che non ha continuità, anche nell’arco dei novanta minuti, non può creare i presupposti per legittimare le proprie ambizioni. Allo stadio Liguori la compagine di Filippi ha mostrato il volto peggiore, quello di un gruppo fragile mentalmente, incapace di far girare gli episodi dalla propria parte – se nei primi venti minuti Floriano, Fella e Brunori avessero puntato verso la porta con maggiore incisività, la gara forse avrebbe potuto prendere una piega diversa – e sprovvisto delle risorse, tecniche e caratteriali, che servono per reagire nei momenti di difficoltà. Dopo avere subìto il gol del 2-0 al tramonto del primo tempo ad opera di Leonetti, abile sul filo del fuorigioco a sfruttare una sbavatura della linea difensiva rosanero impreparata anche in occasione dell’1-0 firmato Santaniello, la squadra è crollata.
«Ci metto la faccia dicendo che questa è una sconfitta sulla quale riflettere – ha spiegato il tecnico Filippi – dobbiamo capire cosa vogliamo essere in questa stagione perché così facendo rischiamo di rimanere nel limbo». L’allenatore è consapevole che, tenendo in considerazione i due rigori falliti dai campani (tiro di Giannone parato da Pelagotti nella prima frazione di gioco e conclusione alta di Franco, il migliore in campo, al 28′ del secondo tempo culminato con la splendida rete in rovesciata del subentrato Pavone) in aggiunta a un altro paio di clamorose palle gol non sfruttate, il passivo avrebbe potuto assumere proporzioni numeriche ancora più larghe. «Il problema è che non possiamo durare così poco dal punto di vista mentale – è l’autocritica del tecnico rosanero – non è una questione di sistema perché anche quando siamo passati al centrocampo a tre non abbiamo invertito il trend; è un problema di natura psicologica e di atteggiamento».
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