Turismo, evasione alle stelle sulle tasse di soggiorno «Se tutti pagassero, potremmo offrire servizi migliori»

Se a tutti i turisti in Sicilia venisse richiesta la tassa di soggiorno, i Comuni potrebbero investire in servizi da offrire agli stessi viaggiatori che sempre più numerosi scelgono l’Isola come meta delle loro vacanze. Ne è convinto Rosario Lapunzina, sindaco di Cefalù, tra le località turistiche più ambite in Sicilia.

«Cefalù – racconta Lapunzina – durante la stagione turistica passa dai 14 mila residenti alle 50 mila presenze, è chiaro che le risorse da investire per far funzionare la macchina amministrativa aumentano esponenzialmente. Eppure, nonostante l’aver istituito una tassa di soggiorno bassissima (50 centesimi dai bed & breakfast fino a due stelle, 1 euro da tre stelle in su), le risposte che ci saremmo aspettati tardano ad arrivare. Purtroppo non soltanto dai b&b, ma anche da alcuni hotel non viene richiesta ai turisti la tassa, nonostante si tratti di una partita di giro. Avevo anche proposto di istituire – continua il primo cittadino – una commissione a maggioranza privata per discutere sulla destinazione dei proventi, ma serve la disponibilità da parte degli albergatori. Se venisse richiesta da tutti, con i proventi della tassa di soggiorno potremmo investire in servizi ai turisti. Invece dei 450 mila euro che il Comune dovrebbe incassare in un anno, ne arrivano appena 130 mila».

Una vicenda, a guardar bene, strettamente connessa al fenomeno dell’abusivismo alberghiero di cui si è molto occupata la Guardia di Finanza nel corso di questa estate e che più volte ha denunciato Federalberghi. Secondo il presidente regionale dell’associazione di categoria degli albergatori, Nico Torrisi, «quel che preoccupa è il dato che le statistiche non dicono, legato appunto all’altissimo tasso di abusivismo. Secondo le nostre stime, a livello regionale esistono dalle tremila alle cinquemila strutture abusive. Nella sola città di Catania ne abbiamo denunciate oltre duecento». Insomma, in tempi di vacche magre per i Comuni, se i servizi al turista spesso non sono eccellenti è anche a causa dei furbetti che operano nell’illegalità, non registrando le presenze turistiche e, di conseguenza, non versando la tassa di soggiorno. 

Resta comunque il boom di presenze di questa lunga estate. «Le cifre che sono state attestate dall’osservatorio turistico regionale – racconta ancora Lapunzina – parlano di un aumento del 13 per cento, ma io sono convinto che la percentuale sia destinata a salire».

«Certo – ammette Torrisi – c’è un incremento legato anche alla situazione internazionale. Un dato che non fa entusiasmare, perché è chiaro che si tratta di un evento straordinario. Ciò non toglie che bisogna essere bravi a fare il proprio lavoro affinché chi è venuto una volta in Sicilia abbia voglia di tornarci».

Più ottimista il sindaco di Cefalù. «Mi piace guardare il lato positivo delle cose – aggiunge Lapunzina – e personalmente penso che si stia scegliendo la nostra Regione anche in virtù dello straordinario patrimonio artistico, storico e naturalistico che offre, per non dimenticare il clima».

«Ultimamente – conclude il primo cittadino – l’assessorato regionale al Turismo sta cercando di utilizzare le risorse al meglio rispetto al passato. Si stanno valorizzando i siti Unesco e il percorso arabo-normanno che comprende Palermo, Monreale e Cefalù. Insomma, rispetto al passato a me sembra che la Regione stia facendo un buon lavoro».

Miriam Di Peri

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